Il quadrante del tuo orologio, valorizzato con raffigurazioni pittoriche precise ed accurate in ogni suo particolare, gioca un ruolo significativo nel campo estetico della tua vita quotidiana.
Quadrante di orologio dipinto a mano con la riproduzione delle Tre Grazie di Sandro Botticelli.
Lavorando con pennelli artigianali, interamente costruiti nel mio Studio di Pittura, posso personalizzare a tua volontà la parte più esposta alla vista del tuo orologio. In quest’ultima potrei raffigurare – a tua richiesta – il tuo ritratto, quello di un tuo famigliare, un paesaggio e … perfino la riproduzione di un quadro famoso dei grandi Maestri del passato (si segua il link dei miei dipinti microscopici). La foto sopra raffigurata mostra Le tre Grazie di Botticelli.
Quadrante con dipinto un paesaggio marino
Come dipingo
Come configurerei il tuo orologio dipinto dipinto a mano!
Qua sotto, due video che mostrano come i miei dipinti vengono realizzati. Il supporto in questo caso è il mappamondo della moneta da un centesimo di euro.
Come pennello uso un pelo di setola infilato dentro la condotta di un ago di siringa.
Naturalmente per poter definire bene ogni particolare ho bisogno di lavorare con uno stereoscopio.
Mare calmo e raramente mare gonfio nei miei quadri
Io (Stefano Busonero) sono un consumato navigante che ha navigato su navi che facevano il giro del mondo. Sono stato in Alaska, in Argentina, in Africa, in Golfo Persico, in Scozia, in Giappone ed in tanti altri sconfinati posti.
Ho visto tanto mare in tempesta e qualche volta ho avuto davvero paura. Dipingere un mare in tempesta, per me significa richiamare i brutti momenti in cui ero letteralmente in preda agli effetti dei suoi cavalloni. Non sopportavo, infatti, gli sballottamenti ed i beccheggi della nave e quindi avevo spesso la nausea.
In quei momenti maledivo il giorno in cui decisi di iscrivermi al Nautico, una scuola che si trova anche nel mio piccolo paese.
Premesso questo, posso dire con tutta tranquillità che non mi piace dipingere il mare in tempesta. Qualche volta mi capita di vederne uno in un quadro ma il mio occhio si rifiuta di osservarlo per più di una manciata di secondi.
Il sentimento che provo osservando un dipinto con il mare agitato non so proprio come spiegarlo, anche perché provoca in me effetti che mi impediscono di ragionarci sopra.
W il mare calmo e tranquillo.
W la pittura che può fare miracoli, cioè trasformare il mare gonfio in mare calmo e tranquillo.
Stefano Busonero: Marina con barca in primo piano, olio, formato 5,5 x 8,5
Un mare in tempesta con un cielo volutamente terso e con sole a volontà per compensare il mio stato d’animo! Anche quelle vele in lontananza mi devono indicare la mancanza del pericolo.
Stefano Busonero: Lo Sconcione presso lo “Stronzo d’Orlando”, olio su tela, formato 18 x 24 cm.
Busonero: La Pilarella- Barche al molo, olio su tela, formato 18 x 24 cm.
Stefano Busonero: La Croce – barche alla banchina, olio su tela, formato 18 x 24 cm.
Una giornata di cielo plumbeo con sporadici colpi di sole. Un temporale che sembrava avvicinarsi ed esplodere da un momento all’altro e che invece si risolveva in vivaci colpi di luce solare.
Ho voluto (Stefano Busonero) provare a descrivere con questo quadro l’armonia generale che il clima atmosferico di quel giorno conferiva al nostro ambiente argentariano.
La coloristica del quadro microscopico di Busonero, intorno al millimetro non è frutto della mia ragione, bensì dell’indimenticabile sensazione che ho provato in quei momenti. Un plumbeo paesaggio marino.
Un sogno di Stefano Busonero trasformato in pittura
I superstiti dell’aereo precipitato tra i ghiacci. Essi costruirono un fragile riparo contro la furia degli elementi, di notte il cielo stellato si rifletteva sulla landa di ghiaccio, ma , verso il mattino si levò la tempesta che oscurò le stelle.
Un turbine spazzò via l’accampamento di fortuna.
La mattina, un aereo sorvolò la zona, individuò i rottami semisepolti nella neve, ma i dispersi giacevano ormai in una tomba di ghiaccio.
Comunque la mia tecnica pittorica preferita è quella impiegata pe. la realizzazione dei quadri microscopici: tecnica della micropittura
Il filone dei paesaggi marini notturni di Stefano Busonero
Mi capita di rado di essere attratto dalla realizzazione di un paesaggio marino “notturno”.
Qualche volta lo inizio dandogli un primo abbozzo poi lo lascio per lungo tempo incompiuto perché al solo guardarlo mi ripeto le solite frasi: “ma che c…o mi sono messo a fare!” “quasi quasi mi vien voglia di cancellarlo!”
Succede invece che un bel giorno, entrando nello studio, mi cade l’occhio su di esso e mi viene la voglia di portarlo a termine.
Mi accorgo così, non solo di provare delle gradevoli emozioni nel dipingerlo ma di scoprire nuove fantasie che vengono fuori dal loro stato latenti. Il divertimento pero dura pochissimo … e l’opera chissà? (Stefano Busonero)
Stefano Busonero: Paesaggio marino, olio, formato 5,5 x 8,5
Stefano Busonero: Alba all’Argentario, olio su tela, formato 20 x 30 cm.
Stefano Busonero: Effetti cromatici alla Pilarella, Capriccio (ma il sole, però, non sorge ad Est!): Alba alla Pilarella olio su tela, formato 20 x 30 cm.
Stefano Busonero: Mareggiata allo Sconcione olio su tela, formato 18 x 24 cm.
La baia del Turchese al microscopio: il presente dipinto rappresenta un paesaggio marino di Monte Argentario. La foto è un po’ sfocata dato le minutissime dimensioni del quadro in esame, che misura 2,6 x 7,2 millimetri.
Anche per questa mia opera microscopica (di Stefano Busonero) la fotografia non ha reso le sue vere caratteristiche.
Il dipinto risulta sfocato e fortemente ombreggiato sulla parte destra. Non è così.
Fotografare quadri microscopici è molto difficile ed i miei mezzi a disposizione sono assai scarsi.
Questo mio quadro visto dal vivo è tutta un’altra cosa! In esso vi è rappresentato il rione “La Croce”, una delle quattro contrade di porto Santo Stefano.
Ecco il ponte di Arles al microscopio di Vincent van Gogh riprodotto da Stefano Busonero in dimensioni millimetriche.
Il quadro misura 7,1 x 9,3 millimetri. Per la sua esecuzione ho impiegato un pelo di pennello infilato nella cavità di un ago di siringa per diabetici.
La coloristica che sembrerebbe troppo forte è soltanto effetto di una cattiva riproduzione fotografica.
Quella da me riprodotta è una delle diverse versioni del ponte di Langlois, qui rappresentato in dimensioni microscopiche. Lo stile di Van Gogh in questa sua opera riporta alle stampe del maestro giapponese Hiroshige.
Diversamente dalle precedenti opere del soggiorno parigino, Van Gogh vi usa una tecnica con pennellate più stilizzate ed una suddivisione ben definita della prospettiva e della dilatazione spaziale coloristica.
L’opera del grande artista (Il ponte di Langlois) misura 54 x 65 cm. ed è conservato ad Otterlo nel Rijksmuseum Kröller-Müller.
Il paesaggio marino raffigurato in questa pagina (La Pilarella) si trova a Porto Santo Stefano di fronte alla “Baia del Turchese” o “Arena del Turchese”, dove una volta era attivo il porto del paese.
Qui ogni anno si svolge l’importante manifestazione del palio marinaro. Un posto incantevole e ricercato dai turisti proventienti da ogni parte del pianeta.
Stefano Busonero: Porto S. Stefano – Marina dipinta nella cruna di ago da sarta, dimensioni: 0,23 x 0,55 millimetri.
“Il paesaggio marino raffigurato in questa pagina (La Pilarella) si trova a Porto Santo Stefano di fronte alla “Baia del Turchese” o “Arena del Turchese”. Laggiù, una volta, era attivo il porto del paese.
Qui ogni anno si svolge l’importante manifestazione del palio marinaro. Un posto incantevole e ricercato dai turisti proventienti da ogni parte del pianeta.
Il “Palio Marinaro dell’Argentario”
Il Palio marinaro fece il suo primo esordio nel 1937. È una gara in cui competono quattro gozzi, comunemente denominati “guzzi”, in, rappresentanza dei quattro rioni di Porto Santo Stefano: Valle, Croce , Fortezza e Pilarella.
Le imbarcazioni si sfidano su un percorso piuttosto lungo, di ben quattromila metri. Ogni gozzo procede per mezzo della potenza fisica di quattro vogatori ed è manovrato da un timoniere.
Lo specchio di mare dove si svolge ogni anno – il giorno di Ferragosto – la ormai celebre manifestazione, interrotta soltanto nel periodo della Seconda Guerra Mondiale, è denominato Arena del turchese. Una volta, lì si trovava il vecchio porto del paese.
Il Palio Marinaro dell’Argentario ha origini assai remote. Si parla di una rievocazione di un lontanissimo fatto – certamente una leggenda – che narra di una feluca barbaresca intenta a catturare un’imbarcazione con alcuni pescatori a bordo. Si pensa che fu clamorosamente tenuta a distanza dalla forza fisica dei giovani rematori.
Altri invece lo fanno risalire allo Stato dei Presidi e quindi al XVII secolo. La seconda ipotesi appare più verosimile data la testimonianza di almeno un disegno di Ignazio Fabbroni, cacciatore di pirati che visse proprio in quegli anni. Il grafico mostra quattro gozzi, a bordo dei quali si trovano quattro rematori ed un timoniere, che sembrano proprio voler competere tra loro.
Ma ciò che, a prescindere da tutto, ha contribuito certamente alla nascita della manifestazione argentarina è il fatto che la maggior parte delle imbarcazioni del nostro vecchio porticciolo avanzavano grazie alla forza dei vogatori.
Spesso, al ritorno dalla pesca, i giovani equipaggi innescavano tra loro delle vere e proprie gare per arrivare primi in porto ed essere ammirati dalle ragazze del paese.
Il “Palio Marinaro dell’Argentario” risale al 1937, anno in cui il Comune di Monte Argentario inaugurò questa competizione, stabilendo norme e regole di comportamento per quello che tutti noi compaesani chiamano semplicemente il “Palio”. (Stefano Busonero)
Il quadro in cruna di ago ingrandito
Ecco la mia opera pittorica ingrandita al microscopio.
marina dipinta nella cruna di ago da sarta, dimensioni: 0,23 x 0,55 millimetri.
Questo mio dipinto l’ho eseguito con moltissimi dettagli, sia nella coloristica che nella forma.
Le sue dimensioni non permettono che venga classificato nelle mie micro opere perché è gigantesco!
La sua dimensione è pari a quella di un medio francobollo.
La fotografia rende molto bene e la tonalità riprodotta è quella giusta.
Questo quadro appartiene alla serie delle mie miniature.
Sull’opera originale
Sull’opera del grande artista dell’Ottocento: “Veduta della Piana della Crau (vicino ad Arles, con mietitori, carri, ed altro)”, è un quadro eseguito da Vincent Van Gogh nel 1888 (per l’appunto nel suo periodo arlesiano) impiegando la tecnica ad olio su tela. Il dipinto misura 72,5 x 92 cm. e si trova ad Amsterdam nel Rijksmuseum Vincent Van Gogh. L’opera è firmata da Van Gogh, il quale non apportò in esso nessuna datazione.
Ancora un sogno di Busonero riportato su supporto pittorico.
Dalle grandi vetrate policrome la luce penetra proiettando sui possenti pilastri una larga banda cromatica.
Il cromatismo può rappresentare qualsiasi cosa! Qui rappresenta un mio sogno!
Il cromatismo entra nei nostri occhi. Ho voluto invece che succedesse il contrario: l’occhio non percepisce i colori ma li irraggia!
La mia passione rimane comunque la micropittura. I miei quadri microscopici sono visibili nella pagina le mie opere microscopiche, realizzate su supporti millimetrici, nonché dentro crune di aghi da sarto e sulla punta di aghi di siringa.