Sui morbidi colli toscani, l’antico borgo medievale si stende nel sole, sul poggio il lungo viale di cipressi conduce all’antico cimitero … un cavallo spettrale irrompe al galoppo seguito dalla torma di ombre dell’antica battaglia …
Se adesso osservo una mia opera pittorica provo una certa emozione. Quando domani la osserverò di nuovo sono certo che subentreranno altre emozioni …. del tutto diverse da quelle odierne. I quadri fanno questi scherzi! Le gamme cromatiche spesso ci dominano.
I miei esperimenti coloristici: Pittura del mare di Stefano Busonero
La vita non deve essere piatta. Anche se molto agiata, la vita piatta diventa una tremenda abitudine: tutto si dà per scontato e per dovuto. Non voglio soffermarmi in questi ragionamenti che mi porterebbero sicuramente fuori tema annoiando i visitatori che vogliono vedere pittura, pittura e soltanto pittura.
A proposito di quanto detto sopra, a me piace sperimentare sempre nuove tonalità e le mie ricerche non hanno fine. Talvolta cado in vicoli ciechi e talvolta mi si aprono nuovissimi orizzonti.
Ho voluto variare moltissimo le molteplici tonalità dei miei dipinti (tutti ad olio) dando sfogo e piena libertà alla mia creatività.
Qua sotto riporto quattro mie opere con coloristica personalizzata con cieli tempestosi e chiari in mari sempre calmi. Da navigante che sono stato, il mare mi piace pensarlo sempre calmo.
Ecco i miei quadri:
Quattro opere di cui la prima è una semplice carta telefonica. Quattro dipinti ad olio in cui si agitano le mie emozioni ….sempre variabili!
Stefano Busonero: Barche, olio, formato 5,5 x 8,5 cm.
Stefano Busonero: Il molo della Pilarella in bruno con le barche, olio su tela , formato 20 x 30 cm.
Stefano Busonero: Il mio porto (entrata a Porto Santo Stefano), olio su tela, formato 24 x 30 cm.
Stefano Busonero: Altra prospettiva del porto di Porto Santo Stefano, olio su tela, formato 20 x 30 cm.
Stefano Busonero: Paesaggio marino miniato in notturna, olio su tela, formato sotto i 10 cm.
Questa mia opera rappresenta una riproduzione del celebre quadro di August Renoir, un quadro le cui dimensioni sono sotto il centimetro (6,9 x 9,4 millimetri.).
La difficoltà tecnica nella sua esecuzione è nella raffigurazione del particolare. Ad esempio i volti delle persone non arrivano millimetro quadrato di superficie.
Anche qui, la foto sembra ben riuscita e rappresenta con ottima fedeltà il mio dipinto.
Il dipinto originale
Nell’eseguire il dipinto Renoir si concentra soprattutto sulle gamme cromatiche per plasmare forme e volumi. Ma non si ferma qui: cerca anche di ottenere (e lo fa con successo) effetti di prospettiva aerea con la tecnica nel giustapporre macchie di colore – corpose e vigorose – nei primi piani, smorzando quelle che vanno verso la profondità. Vi si percepisce un’armonia dove le gamme cromatiche calde convivono con quelle più fredde, ma anche i chiari con gli scuri, ed i colori base i rispettivi complementari.
In una zona vulcanica il riverbero delle esplosioni crea la surreale illusione di un’aurora boreale.
La colata lavica dilaga ovunque ed attraversa la mia proiezione senza danneggiarla. Intanto l’occhio della natura osserva la scena infondendo la consapevolezza di una ineluttabilità naturale che travalica le esigenze degli individui. Le ere del mondo esigono catastrofiche metamorfosi.
Sembrerebbe che il pessimismo abbia la meglio sulle mie idee pittoriche. Non è cosi! Io dipingo però sempre con tanta serenità e le sensazioni che provo nella realizzazione di ogni tipo di quadro sono sempre meravigliose.
Una metamorfosi coloristica riesce spesso a farmi entrare in un mondo eccezionale. (Stefano Busonero).
A me, Stefano Busonero, piacciono poco i quadri con i cieli tersi. Preferisco quadri con il cielo agitato e con molte variazioni di colore e quindi di tonalità. La coloristica prende forza e prevale sulla paesaggistica della realtà.
Il cielo tempestoso alimenta i miei stati emozionali e la pittura è l’ideale per scaricare in maniera dolce tutto ciò che mi porto dentro.
Questo quadro è molto piccolo e la foto non riesce a rappresentare la giusta tonalità ed i particolari con la dovuta chiarezza.
Fotografare oggetti microscopici è molto difficile figuriamoci un dipinto.
La fotografia ha falsificato anche i contrasti che risultano non proprio fedeli alla mia opera.
Questo quadro (Le due tahitiane al microscopio), visto dal vero ha tutto un altro significato.
L’opera originale
Sull’opera originale di Paul Gauguin: le “Due donne tahitiane” (altro nome dell’opera, ma molto meno conosciuto è “Seni con fiori rossi”), è un quadro autografo dell’artista eseguito nel 1889 con tecnica ad olio su tela. Il dipinto originale misura 94 x 73 cm. e si trova nel Metropolitan Museum di New York..
I naviganti approdarono all’isola dopo lungo vagare nel mare in tempesta, e cercarono l’acqua.
Dalla fonte sgorgava uno strano fluido che, pur scorrendo lungo il declivio come acqua, non era mai limpido nei tratti dove il pendio era poco pronunciato . Assomigliava, quanto a consistenza, ad una sostanza gelatinosa, amorfa, ma dove precipitava a cascata assumeva un’apparenza diafana.
Nel suo fluire presentava varie iridescenze violette, come di seta cangiante.
Il liquido pareva formato da tante vene separate, immiscibili, di colorazione differente, anche se la coesione tra l’una e l’altra era perfetta. Immergendovi la lama di un coltello, il liquido vi si richiudeva sopra e, ritirandola, ogni traccia della sua presenza scompariva. Gli abitanti dell’isola erano immortali: quella era l’ambrosia degli dei!
Il colore blu è meraviglioso! Nei miei quadri faccio di esso un larghissimo impiego.
Preferisco comunque il blu oltremare ed il blu cyan. Il rosso ed il giallo, colori indispensabili al pittore mi danno altri tipi di emozione, che non riesco a paragonare a quelli del colore blu.
Un sogno di Stefano Busonero
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