Ansia e arancione: ecco come questo colore possa migliorare gli stati d’animo!
Attenzione: le pratiche descritte in questo articolo – svolte con il “fai da te” – potrebbero non essere efficaci o addirittura creare danni alla salute. Questo articolo ha solo un fine illustrativo.
Cromoterapia ed il colore arancione
Il fatto che i colori – sia presi singolarmente, che accostati con gusto – influenzino positivamente gli stati d’animo è ormai stato più volte provato.
Nella nella vita quotidiana, infatti, non passa giorno che non abbiamo a che fare con la scelta del colore. Questo avviene quando dobbiamo pensare ad arredare un appartamento, quando acquistiamo i vestiti, quando compriamo gli smartphone … ed in altri numerosissimi occasionali comportamenti.
Tutto questo – lo possiamo affermare – appartiene ad una visione integrale del nostro sistema di vita quotidiano, per cui tutto ciò che ci circonda viene espresso attraverso il colore.
La terapia del colore (cromoterapia)
La cromoterapia moderna ha quindi ripreso l’impiego del colore per la cura della psiche – ma anche del corpo – tecnica già praticata fin dalle antiche civiltà.
È ormai saldamente appurato che la terapia del colore riesce ad abbattere numerosi disturbi della mente, soprattutto quelli derivati dall’ansia. Infatti si è dimostrato che le onde luminose emesse dal colore dei corpi arrivano alla retina dell’occhio influenzando la psiche. Tali onde agiscono – più o meno positivamente, talvolta anche in modo negativo – sul nostro umore a seconda della loro gradazione tonale. Quindi non tutti i colori hanno lo stesso effetto sulla psiche attraverso la nostra percezione visiva.
L’arancione
Il colore arancione si impiega spesso nella cromoterapia per curare l’ansia.
Esperti in questo campo hanno scoperto che il colore arancione può avere un significato di nutrimento e di energia. Esso influisce positivamente sull’umore e quindi nello stato psicosomatico di coloro che lo gradiscono nei propri ambienti di vita quotidiana.
La presenza di questo colore (porte, o pareti, o mobili o qualsiasi altro vistoso oggetto) è in grado di abbattere vari tipi di ansia.
L’azione dell’arancione agisce a livello psicologico e si riverbera sulle emozioni che sono alla base dei disturbi affettivi. Questi ultimi vengono così modificati.
Tali disturbi, da cui traggono origine tutti i turbamenti, che normalmente interferiscono nella sfera interiore, talvolta possono sfociare anche sotto forma di attacchi di panico, compulsioni e ossessioni.
L’arancione e i disturbi di ansia
L’arancione è un colore che appartiene alle “gamme calde” e le sue radiazioni influiscono sensibilmente sulla persona che lo frequenta, stimolandogli i processi di adattamento ambientale e del sistema circolatorio del sangue.
Ne consegue che l’arancione è un colore da prendere in considerazione proprio per il trattamento dei vari disturbi dell’ansia.
Questo colore regola inoltre migliora l’assimilazione degli alimenti, nonché il flusso del sangue, legandosi all’azione della milza. Infatti quest’ultima, che è organo ricco di sangue di riserva, in caso di necessità lo può immettere nella circolazione attiva in tempi rapidissimi. In tal modo reagisce agli stimoli fisiologici o patologici, fisici, chimici, ambientali, farmacologici e comportamentali diversi.
L’arancione contro l’abulia, l’introversione e lo scoraggiamento
L’arancione può essere utile anche agli ansiosi il cui disturbo tende a sfociare nell’abulia o a chiudersi nell’introversione e nello scoraggiamento.
Altri atteggiamenti migliorabili con questo colore sono la tendenza a lacrimare, l’insicurezza, l’indecisione, la paura di parlare, i blocchi emotivi e la difficoltà a socializzare. Miglioramenti si sono riscontrati anche sulla dispepsia, sulla stipsi, sulla ritenzione della vescica, sull’impotenza sessuale e sulla frigidità.
È da sottolineare però che nei casi di ansia più profonda la terapia del colore, soprattutto quella con il “fai da te” non funziona. Per approfondimenti più professionali si possono leggere gli articoli di mia figlia, psicoterapeuta, Pamela Busonero.
Il sogno riguarda l’Argentario, è tremendamente brutto ed assai difficile da descrivere, perciò proverò a raccontarlo con le mie raffigurazioni pittoriche entrando subito nel dunque.
Il mio brutto sogno riportato in pittura
Sogno, sapendo di sognare: il mio paese, Porto S. Stefano, è avvolto da una calma assoluta e da un silenzio irreale ed inquietante. Mi trovo nella piazza del paese ed osservo il mare in lontananza, con le barche a vela. La distesa delle acque è quasi immobile, si respira un’aria greve che mozza il respiro. Quando torno a guardare il mare, le acque sono sconvolte.
193 b6 preludio
Fuggo e con una corsa affannosa raggiungo il porto: lo spettacolo è sconvolgente: il cielo è percorso da nubi infuocate e cadono schegge grosse come palazzi, i pescherecci sono minacciati dal fuoco e dal mare emergono creature allucinanti e mostruose.
194 b6 calma
In preda al terrore perdo ogni capacità di raziocinio, ritorno nella piazza principale e trovo uno spettacolo terrificante: le case della Pilarella esplodono, mentre, contro il cielo tempestoso, si profilano figure mostruose
203 b6 evento
Volgo lo sguardo nella direzione opposta e scorgo che un enorme, mostruoso animale divora la fortezza spagnola, tra bagliori, fiamme , boati , il calore è insopportabile.
212 b6 sgomentoPorto Santo Stefano sognato in fiamme
Il calore pervade il mio corpo, mi arde, dirigo lo sguardo verso il rione della Croce dove fiamme alte decine e decine di metri devastano le costruzioni ormai ridotte a scheletri roventi, in lontananza esplosioni terribili scuotono la terra e bagliori infernali illuminano il campanile.
Altri dipinti del sogno
223-b6-cosa-e
Il mare in tempesta assume colori verdi e gialli, le barche stanno per affondare e le navi che prendono fuoco.
218 b6 calamità
Cerco scampo verso la campagna, ma sono bloccato da esplosioni e fiamme ………
219 b6 evento
Esco correndo dal paese ma mi si presentano scene ancora più irreali e spaventose …… il mare del Pozzarello mi terrorizza!.
221 b6 bisogno
Salgo su una barca a vela e, tra le onde immani, cerco scampo verso Telamone, ma un grosso cetaceo mi viene incontro e mi costringe a tornare verso riva.
142A5 Il senso del calore
Ritorno a Porto S. Stefano ormai devastata dalle fiamme ……. mi sveglio e ………..
220 b6 vita
provo ad immaginare la vita che verrà …………… eccola
Il colore è forza, potenza e soprattutto bellezza. Esso è la migliore forma di espressione. Il colore mi strappa lacrime di gioia. Il cromatismo stimola le emozioni. La variazione cromatica mi avvince. W il colore.
La potenza di un soffio
1) Uno struggente bisogno di riportare sulla scheda la sensazione provata, una grande paura di perdere per strada questa emozione! Il frutto informale ed astratto si sta formando sul supporto ed acquista sempre più forza, fino ad uscirne prepotentemente fuori dopo aver squarciato le protezioni con una ventata potente e rumorosa. L’emozione si tramuta in opera d’arte, l’opera d’arte emette un suono ….. questa volta gradevole! Per chi non l’avesse capito … è un potente suono corporale.
Pitture impossibili
Ere
2) La mia avventura pittorica è parallela al mio stato emotivo. Quando dipingo non ragiono: le mie emozioni guidano la mia mano, i tocchi e le gestualità diventano sempre più spontanei, la mia mente si perde nell’universo, incontra l’infinito e, naufragandovi in pieno, perde il senso del tempo. Gli accostamenti di colore diventano più contrastanti, le forme si perdono, sale l’astratto e, l’informale incombe, il rosso vuole predominare sull’azzurro ma il giallo li sovrasta. Arrivando alla primordialità, sono felice e spensierato.
Metamorfosi
3) L’occhio è il principale protagonista delle mie opere. Mi segue ovunque, mi fa compagnia, mi consiglia e mi conforta nei momenti più difficili. Esso rende caratteristici miei lavori. Ogni mio quadro subisce una metamorfosi visiva e strutturale a seconda delle mie emozioni. Anche l’osservatore esterno percepisce tale metamorfosi e vede, in momenti diversi, forme diverse. L’arte informale si controlla da sola. Le forme astratte diventano reali per poi riperdersi nel nulla ...
Altri quadri
Volti
4) Un leggero cromatismo creato dalla fantasia guidata da una misteriosa onda elettromagnetica che agisce in modo ininterrotto nella mia mente. Questa onda elettromagnetica è la linfa vitale della mia anima, è la vita, è il colore. Il volto prende forma poi si perde nell’informale, si inverte, si divide in tanti volti per farne uno grande e rovesciato. La materia astratta diventa solida e penetrante….. ma non ho paura nonostante che l’esplosione del cromatismo colpisca in pieno il mio occhio. Scaricate la foto e capovolgetela!
Occhi che non guardano
Un pensiero prende forma nella mia mente, mi scuote, mi incita, mi infuoca! Prendo il pennello, cerco i colori più vivi ma mentre faccio questa semplice operazione l’emozione sparisce! Attendo che ritorni a farsi viva …. non ritorna …. attendo….. mi metto seduto e penso Un occhio mi si spegne, l’altro diventa più vivo: uno guarda, l’altro osserva. Un’onda gigantesca mi travolge ed ecco che nasce l’opera: un paesaggio marino, una gigantesca onda marina dolce e delicata …. e gli occhi vi naufragano come sotto un morbido ed umido manto.
Contrasti
Contrasti
6) Preparo frettolosamente i colori, le mie mani scivolano nervose nel cassetto che li contiene. Continuo a cercare …. il rosso di cadmio …. il carminio …. non li trovo! Diventa grande l’emozione ansiosa …. diventa sempre più piccola l’emozione da riportare sul supporto e, …… purtroppo non trovo nessun tipo di rosso. Non voglio far sparire il soggetto, ancora con un briciolo di decifrabilità nella mia mente e prendo a caso una manciata di tubetti colorati …. li stappo frettolosamente facendo uscire il colore.
Finalmente riesco a stendere sul supporto la mia emozione che ormai si stava esaurendo …… assumendo chissà quali caratteristiche! Ecco la mia marina, il mio paesaggio marino, ecco il contrasto. L’occhio prende l’espressione derivata dalla sensazione di perdere l’attimo emozionale. … Ormai il rosso in questa mia opera me lo posso dimenticare!
Altri dipinti
Il fuoco dei pennuti
7) Eccolo! l’ho trovato! Accidenti! Aveva scavalcato un comparto del cassetto ed era caduto a ridosso di esso rendendosi irreperibile. Il rosso! Preparo i colori, mi siedo al tavolo assumendo atteggiamento da grande pittore, prendo in mano il pennello più grande ed inizio a riportare sulla carta il colore. Mi fermo e mi domando cosa stessi facendo …. nessuna risposta!
Riprendo a colorare e di nuovo si ripresenta la stessa domanda. “Stefano cosa stai facendo?” Sento nascere dentro di me una rabbia crescente ed irrefrenabile. Mi accorgo di dipingere l’assurdo! L’assurdo? cosa c’é di più assurdo di un pennuto che sputa fuoco? La mia mano si sblocca iniziando a scorrere da sé, il pennello tocca il supporto con leggerezza e decisione, i colori vengono stesi creando forme mai viste prima. Nasce l’opera, nasce la vita primordiale.
Nasce lo tsunami
8) Un torrente in piena colpisce la mia mente. Vi penetra profondamente fino a riempire e comprimere ogni piccolo suo interstizio. Una marea interminabile continua ad entrare nella mia testa senza avere nessuna possibilità di uscita! Entra soltanto! … entra … entra portandosi dietro grossi cetacei …. e la mia mente riesce a contenerli tutti. Sento il bisogno di riportare immediatamente questa nuova sensazione sul supporto plastificato e mi accorgo che l’inondazione esce vorticosamente dal pennello. Lo Tsunami è passato! il quadro ha preso forma! L’immagine emozionale è rimasta impressa!
Altri due dipinti
Saggezza
9) L’opera d’arte inizia ad essere viva sulla tela alle sue primissime pennellate. In questa fase, essa può essere amabile o insidiosa. Io l’amo in ogni caso ma non voglio assolutamente esserne dominato. Il profondo della mia mente governa le pennellate, mi fa eseguire gestualità che producono quei tocchi decisi e coraggiosi.
Talvolta mi fermo a riflettere e, osservando l’opera che prende forma, mi accorgo che c’è in essa la volontà di dominarmi ….. sento che mi incita a continuare a dare forme ad una composizione che per puro caso si è avvicinata la realtà. Molto spesso questo incitamento è allettante …. ma non cedo! La mia emozione non deve essere inquinata! Entra pura sul supporto.
L’aviaria è sotto controllo
10) In questo periodo sento spesso parlare di influenza aviaria. Questa è una cosa al di sopra di ogni nostro controllo. Miliardi di uccelli che volano da un continente all’altro non possono assolutamente essere fermati …. e poi …… ne basta uno a diffonderne la malattia. L’uomo è impotente a questa insidia planetaria e nulla può con le proprie risorse.
La mente e la forza fisica: Intrappolare ed uccidere gli uccelli non servirebbe a nulla. Sarebbe come prenderne una manciata! Sarà invece la natura a ribellarsi ed a contrastarne la diffusione. La difesa globale esiste come è sicuramente esistita la nascita del mondo. Intanto il pennello, governato esclusivamente dalle mie emozioni, scorre libero sul supporto e …….. la mia mente si rilassa! La mano della natura saprà fermare l’avanzata dell’influenza aviaria.
Una gradazione cromatica che si forma nella mia mente, provoca in essa grandi emozioni. Questa emozione è sempre un’emozione pittorica ed il suo cromatismo è penetrante. Mi travolge in pieno, talvolta sconvolgendomi, talvolta entusiasmandomi con forza. La forza del cromatismo riesce sempre a provocare metamorfosi dentro di me. Durante questa metamorfosi il colore prende il sopravvento e mi rapisce. Le sua ricca tonalità, varia costantemente a trecentosessanta gradi. La Pittura, parte integrante della mia personalità, mi emoziona. Essa mi rende felice e spensierato ……. mi appaga. La Pittura è forza, movimento, vivacità, armonia. essa è l’essenza “pura” della vita! Alimentava Leonardo da Vinci … Alimentava Van Gogh … Alimenta me!
I quadri della pagina
Suoni spaziali
101) Oggi la giornata non sta iniziando come vorrei. Sono stordito, agitato, e non riesco a dare il massimo (il massimo? magari si trattasse soltanto di questo!). Provo a prendere in mano alcune mie miniature emozionali per vedere se riesco a stimolare un po’ la mia indole di turno e, analizzandole come se fossero state realizzate da altri pittori, mi soffermo su “suoni spaziali” e rifletto: “Non ricordo assolutamente di aver realizzato questo quadro …. e poi …. i colori non sembrano i miei!”. Mi tuffo direttamente nel suo caldo e vivace cromatismo e ….. mi spavento! Cresce in me uno stato d’ansia che mi costringe a desistere.
Metamorfosi
102) Questi stati d’ansia, talvolta durano giorni e giorni, ma non dipendono assolutamente dalle mie pitture, anzi direi la cosa inversa: è la pittura che mi scarica e mi rende felice, abbassandomi l’ansia. Probabilmente, il quadro “suoni spaziali” riuscì, a suo tempo, a scaricarmi da stati emozionali negativi, che ho puntualmente ritrovato nel suo intenso e violento cromatismo. Dopo l’assunzione di colori forti ed accesi sento sempre il bisogno del blu, quindi mi soffermo su una delle tante “metamorfosi!” …. mi spavento ulteriormente e mi domando ….. “ma questi quadri sono stati realizzati da me?”. Non faccio come in precedenza e fuggo subito da esso, togliendomelo dalla vista.
E’ naturale
103) Prendo in mano un’altra opera e dico a me stesso: “Stefano … basta, non continuare perché ti fai del male”. Poi prendo l’intero mazzo di quadri e lo ripongo – quasi scagliandolo – nel suo solito scaffale. Quindi prendo in mano la chitarra ed eseguo un pezzo di Ferdinando Sor …. un’esecuzione schifosa! Questo è l’inizio della giornata.
Altri dipinti
Cattura seriale
104) Non mi arrendo! Riprendo in mano i quadri che ho appena riposto nello scaffale e continuo a riesaminarli. Sento invadermi la mente da una marea di vibranti emozioni! Finalmente ho trovato un quadro che ricordo bene di aver eseguito. Mi carico delle stesse emozioni che mi portarono alla sua realizzazione, e queste, le sento tali come se lo stessi dipingendo in questo momento. Sensazioni che non amplificano, né contrastano la mia attuale ansia, ma la integrano. Le sento entrambe con gamme polivalenti separate le une dalle altre, senza che si alternino, ma insieme. Una nuova ed inedita stereo-emozione. Mamma mia ….. quanto sono complicato.
Metamorfosi
105) Non amo i colori forti, né tantomeno i loro accostamenti. Talvolta li impiego senza nessuna particolare attenzione scivolando in terreni vischiosi e pieni di tranelli. Questi sono sempre in agguato ed interferiscono in modo assai impertinente nella mia sensibilità coloristica. Ci sono dei momenti in cui le mie tele si caricano di un cromatismo che non mi appartiene …. e ne soffro!
Balene
106) Ne soffro …. ma non le distruggo! Tutto questo mi fa capire quanto importante sia, in questo campo, il “lasciarsi andare”! Dipingere con la ragione sempre in stato di allerta non fa bene all’arte. Lasciarsi trasportare dalle sensazioni, scegliere il colore senza il minimo sforzo è la cosa che più di altro mi gratifica, ed è ciò che cerco di fare in ogni momento della giornata dedicata alla pittura. Nonostante tutto, devo dire che senza la ragione, l’opera non riesco a realizzarla.
La razionalità mi serve per capire e per agire … mai durante, ma soltanto prima della realizzazione di un quadro. Nel momento in cui mi appresto a dipingere una balena non mi domando quale sia la sua forma, le sue proporzioni, i suoi movimenti o le sue varie prospettive: prendo, la tavolozza i pennelli, la tela ed i colori iniziando direttamente la colorazione delle grandi masse e cercando di tenere lontani i ragionamenti. Mi immergo in un mondo magnifico diventando parte integrante di esso … ed in esso. È in questa fase – quella in cui non accetto l’intervento della mia razionalità – che mantengo automaticamente lontani i calcoli dalle mie esecuzioni … … è qui che diventa diventa difficile distogliermi!
Altri dipinti
Pianto blu
107) “Stefano!”, “Stefano!”, Ma …. mi senti!” ….. io intanto continuo a lavorare! Sento in lontananza la voce di mia moglie che mi chiama, sento scuotermi il braccio, lascio cadere il pennello intriso di colore giallo sulla tavolozza e mi volto verso Danila con un’espressione rapita. “Stefano, per favore, mi vuoi ascoltare!”. Mi sveglio e faccio fatica a capire le sue prime parole. Chiudo lo studio ed esco con lei per alcuni servizi di cui avrei dovuto pensarci prima. Ritorno più tardi nella mia reggia portando immediatamente l’occhio sul quadro che stavo realizzando: “Mamma mia quanto giallo!”. Vedo che il mio occhio si rifiuta rimanere sul quadro. “Cosa manca?” “Accidenti ….. manca il blu!”. Non permettendo alla razionalità di intervenire mi immergo nuovamente in quello stato emotivo continuando a lavorare in “giallo” terminando l’opera. Notate il titolo!
Meteore
108) L’Universo è luce, l’universo è buio, l’universo è fuoco, l’universo è “zero assoluto” l’universo è tutto, l’universo è colore. Esso comprende ogni cosa appartenente alla realtà ed alla fantasia. La nostra fantasia appartiene all’universo. La nostra fantasia esiste. Fantasticare nel limite spaziale mi affascina. Fantasticare cercando di comprendere l’universo mi manda in tilt e miriadi di esplosioni cromatiche colpiscono la mia mente ………. annientandola!
Stefano Busonero: Esplosione
109) Ho bisogno di rigenerarmi! L’universo mi annienta! Mi sento gelare, mi sento piccolo ed ho paura ma non so di cosa. Provo ad esprimere con la coloristica la mia emozione.
Lirica
110) Il chiaroscuro a cosa serve? Diciamo che generalmente il chiaroscuro viene impiegato per raggiungere effetti plastici e di luminosità! Possono essi essere impiegati in modo diverso? Cioè per arrivare ad altre conclusioni che vanno dalle delicate penombre alle liriche luminosità o addirittura ai vibranti riflessi? Certamente si! Ho provato però a mescolare le cose …. una degradazione cromatica sfumata ed una modulazione violenta …. impiegando naturalmente colori violenti. Il risultato è sconcertante!
L’astrattismo mi rende felice ed allegro. La pittura astratta allieta tutte le mie giornate. Tutto diventa bello e mutevole nella pittura astratta. L’astrattismo mi rapisce, affascina, mi alimenta, mi rafforza. La pittura astratta è una continua metamorfosi di forme e di colori.
011a5-animali
11) Quante volte mi sono domandato perché un animale non possa vivere nell’acqua! La risposta è sempre la solita: “la mancanza di atmosfera”. Come dovrebbe agire nell’acqua un cane, un gatto un uccello? Mi metto comodamente seduto, medito ed attendo la risposta che non sempre viene puntualmente. Smetto di pensare, mi alzo, lascio il mio studio d’arte e vado a fare una passeggiata ma … la mia mente ormai rimane legata a quella configurazione. Passano soltanto cinque minuti e ritorno in studio, tiro fuori i colori, preparo la tavolozza con gradazioni molto delicate ed inizio a dipingere.
Ma cosa? Sento che una collera profonda mi sta investendo furiosamente, quindi scaravento il pennello verso l’angolo alla mia destra, mi impregno le dita di colore ed inizio a manipolare sul piccolo supporto. La composizione incomincia a prendere forza e, mano a mano che i chiaro-scuri generano le figure volute, termina la mia rabbia. Dimentico l’ambiente che mi circonda e mi immergo nell’acqua insieme ai nascenti animali. Portata a termine l’opera, mi accorgo di avere ben stretto nella mano lo stesso pennello che avevo scagliato lontano da me. Come sia potuto ritornare nella mia mano con lo saprò mai. Il quadro è pronto, è nata la marina, una marina che si osserva dal suo interno: un paesaggio marino ideale!
012A5 Cara Italia
12) L’opera d’arte è una delle cose più belle che l’uomo possa fare! Un quadro, una scultura, la creazione di una qualsiasi composizione, rappresentata nei più svariati linguaggi espressivi, crea in noi emozioni diverse. Il colore è la forma espressiva che più mi eccita. Ad esempio il nostro tricolore! Soltanto a pensarlo, lo sento penetrare direttamente nella mia anima, lo ascolto intensamente e mi accorgo che mi rende più forte. Esso apre le porte della mia mente verso l’esterno rendendola più comunicativa. Il flusso uscente diviene talmente grande che mi fa dolcemente naufragare e, quando la dolce tempesta è passata, mi trovo davanti ad un’opera che non finisce mai di eccitarmi.
013A5 Il passero
13) Il passero è il protagonista di questa mia opera. No! Non è quello che si vede raffigurato in primo piano!
Il mio studio d’arte (mia moglie lo chiama atelier!) è vivo! Non esiste una cosa che abbia il suo posto ben definito, non esiste l’ordine: i pennelli, i colori, gli oli, le trementine e tutto l’armamentario cambia ubicazione a seconda delle mie emozioni. Il movimento è vita! Il mio studio artistico voglio vederlo disordinato! Quando dipingo con molta eccitazione, sono un fiume in piena e non mi accorgo dove ripongo gli strumenti che mi passano tra le mani. Quando li ricerco, sempre sotto l’effetto emozionale, li ritrovo con grandissima naturalezza e porto a termine l’opera senza nessuna interruzione. Ho provato con questo lavoro, a riprodurre l’emozione di ritrovare con naturalezza le cose nascondendo un passero. Sono certo che sarà per voi molto difficile trovarlo girovagando con razionalità nell’interno del quadro! Provate invece ad essere investiti emotivamente in pieno dall’intera forma compositiva!
014A5 Metamorfosi
14) La metamorfosi di forma, di colore , di sentimento è la caratteristica principale delle mie opere. La metamorfosi è sempre presente. Il mondo esterno è costantemente in piena trasformazione: talvolta amiamo queste trasformazioni talvolta le odiamo ….. questo non dipende soltanto dalla qualità di esse! Molto spesso sappiamo trasformarle noi con il nostro variabile temperamento.
Spesso nella mia mente, una sola emozione assume dieci, cento, mille sapori, ed è come un ciclone che lavora in essa con forza, girando vorticosamente e preparandosi all’esplosione finale. Il risultato è sempre esplosivo: detriti, forme acquose, emozioni ansie paure che vengono espulse violentemente all’esterno della mia mente. Il pennello è il veicolo assoluto e, ogni volta che tocca il supporto emette forti vibrazioni. L’opera d’arte cresce con violenza dal centro alle sue periferie. Un occhio crea, l’altro osserva! Il calmo paesaggio marino si trasforma in una marea che, al suo passaggio, mi scarica e mi rende felice.
015A5 Salviamo le Balene
15) La Balena! La balena è un soggetto molto spesso raffigurato nelle mie opere. La balena è un’opera d’arte già prima di essere riportata sulla tela. Le sue titaniche forme hanno il pregio della bellezza e dell’eleganza. Tutto il corpo della balena è armonia: ogni suo movimento è accompagnato da miriadi di altri aggraziatissimi movimenti. Nei miei quadri, essa viene raffigurata sempre in atteggiamenti di sofferenza e con colori non inerenti alla realtà. L’uomo deve smettere di catturarla!
016A5 Pace e tentazione
16) Sono in una piccola casa di campagna in cui regna un disordine creativo, quello in cui ogni cosa trova spontaneamente una collocazione funzionale, l’aria fresca e frizzante è un fluido vitale. Vicino a me ci sono due creature solo apparentemente in antitesi, in realtà complementari poiché costituiscono l’essenza stessa della vita: la colomba ed il serpente, pace e tentazione, ma anche la fiducia metafisica e la razionalità analizzatrice e dirimente che osservano insieme il mondo perché io possa affermare: “homo sum: humani nihil a me alienum puto” mentre la natura osserva , avvolge, protegge.
017A5 Cuori
17) Giornata molto dura oggi! Il colore non riesce a stimolarmi. Non lo sento e sono sordo ad ogni fonte emozionale sprigionata dal colore. I toni colpiscono il mio occhio che rimane immobile, fisso, e capisco che non riesce ad indirizzare nessuna vibrazione alla mia mente. La razionalità è staccata nettamente dal sentimento ed il sentimento non riesce ad avere rapporti con il cuore. Tutto dentro di me è statico. Provo a dare forza al blu ….. niente! Provo ad arricchire le tonalità tendenti al giallo ….. niente! Focalizzo il rosso nella zona aurea del supporto …… finalmente sento che le mie pulsazioni aumentano, la mia mente si riscalda, il respiro diventa più profondo …… sento che l’emozione sale …. il quadro nascerà …. e sarà vivo!
018A5 Little Bang
18) Ho voluto creare l’impossibile! Il mondo è nato dalla grande esplosione, che tutt’ora è in atto nell’universo e che continua ad espandersi a velocità incredibile in un tempo con infinite configurazioni. Il voler abbracciare questa esplosione, con il solo pensiero, mi fa naufragare e mi fa sentire angosciosamente solo. Fuggo immediatamente da questa sensazione di impotente solitudine …. prendo il pennello, i colori, il supporto plastificato e cerco di descrivere con il mio linguaggio espressivo la toccante emozione. Quando riguardo l’opera terminata mi accorgo di aver amplificato lo smarrimento, la desolazione, la solitudine! la montagna ha partorito il topolino!
019A5 Viva l’acqua
19) Il paesaggio marino, la marina tipica ed in genere l’acqua allo stato puro, sono già opere d’arte. L’acqua mi affascina e mi rilassa. Mentre cerco di raffigurarla nella tela, sento il suo gradevole suono che arricchisce la mi fantasia entrando in armonia con il cromatismo coloristico. Un crescendo in una sinfonia. fatta di suoni e di colori, mi accompagna per tutto il tempo. Cerco di immaginare il mare sopra la montagna e automaticamente lo sento scorrere con dolcezza …… mi fermo, l’ascolto mi faccio inondare, riprendo a dipingere con gestualità spontanee e nasce un’opera che registra un altra la mia emozione!
020A5 Notte dei tempi
20) Continuando a parlare di acqua posso affermare che, se non evaporasse, sarebbe un ottimo pigmento. La inserirei in tutte le mie opere senza tanto pensarci. Delle marine io preferisco la loro profondità. Una profondità non intesa in senso prospettico ma in senso fluido. Nei miei quadri cerco sempre di impegnarmi per dare corpo alla profondità marina…… dargli quella giusta forza emozionale che mi fa sentire avvolto da essa ….. sentire la corrente marina che mi colpisce…. vedere le forme che si perdono e si trasformano allontanandosi, sentirne il freddo …… Mi sveglio e ….. il quadro è portato a termine. Chi l’ha realizzato?
Dipingere paesaggi mi rilassa. Dipingere l’informale mi scarica. Realizzare l’astratto mi intenerisce. Raffigurare i fiori mi ossigena la mente. Eseguire marine mi affascina e mi fa naufragare … Dolcemente!!!!
Descrizione dei quadri
Il primo
021a5 Dominio
21) Il mio studio d’arte è molto piccolo ma ci sono dentro moltissime cose. Innanzitutto le mie opere che, essendo numerosissime, sono sparse per tutta la stanza, sulle pareti, in ogni angolo, giacenti sul pavimento, sugli scaffali, nei cassetti e moltissimi dentro le custodie dei CD.
Ieri, rovistando in un cassetto, mi è capitato in mano il quadro sopra raffigurato e, guardandolo non riuscivo a percepire l’emozione che a suo tempo registrai sul supporto di scheda telefonica.
Generalmente i protagonisti delle mie tematiche sono gli stati emozionali, gli attimi rubati nella quotidianità, figure fantasticamente elaborate con tocchi gestuali, esplosioni ed implosioni di gamme cromatiche.
Tutto questo non aveva nulla in comune con quel pennuto raffigurato nella scheda. Una inquietudine mi stava inondando in pieno! Come era possibile che quel quadro non riuscisse a riportarmi indietro nel tempo ed indirizzarmi a quel particolare stato d’animo? L’inquietudine saliva ed ormai ero completamente in balia di essa …. allora ho capito!
Secondo
022A5 Ere
22) Questa è la rielaborazione a livello conscio di un incubo subliminale: paleolitico medio, la lotta per la sopravvivenza è durissima. La vita difficilissima, questa volta non riesco a riconoscere la mia identità, ho solo l’autocoscienza e ragiono per immagini.
Ciò che segue deriva da ricordi figurativi, perché per quasi tutta la durata del sogno ero incapace di ragionare, non perché dominato dal panico, ma perché paura ma semplicemente perché ad un diverso stadio evolutivo.
Mi trovo all’ingresso di una grotta non illuminata, forse sto riposando. Ad un tratto un grosso rettile nero si avvicina e mi morde un gluteo senza farmi male, mi volto senza reagire, ne contemplo il corpo sinuoso, enorme, senza coda ed alla estremità opposta c’è un’altra testa, più grossa di quella le cui fauci mi hanno morso.
Guardo fuori e vedo un’immensa distesa verde, melmosa, nella quale enormi, lunghi vermi strisciano in tutte le direzioni lasciando tracce profonde. Un vento forte e gelido agita la palude verde creando onde lunghissime e dolci in sintonia con i movimenti dei vermi.
Il vento alimenta un piccolo incendio surreale, che sembra avere origine molto lontano, mentre è a pochissimi metri da me. Osservo l’incendio e, tra le fiamme, il cielo appare di un colore talmente intenso da confondersi con l’acqua, senza soluzione di continuità.
La distinzione tra cielo e mare è determinata dagli esseri che ci vivono, un cetaceo rosso è immerso per metà nella parte inferiore del cielo, che cielo non è e per metà in quel mare, che mare non è. Uccelli sembrano levarsi dal rosso dorso del cetaceo o dall’acqua, che, a sua volta, si trasforma in un altro cetaceo che, dibattendosi mi spruzza di liquidi gelidi ho i brividi, ma per il freddo, non per la paura, poiché accetto come naturale quel luogo sconcertante.
Improvvisamente torna la facoltà di ragionare ho coscienza di essere un essere umano, in un ambiente che mi è totalmente alieno ed avverto il mio crescente disagio.
Osservo il cetaceo rosso, comprendo che l’animale potrebbe essermi amico e proteggermi ma, adesso, razionalmente ne percepisco le difficoltà ed il pianto. in alto le fiamme rosso vivo si trasformano in piccoli cuori che s’innalzano verso il cielo.
Recepisco tali forme come simboli dei nostri tempi , estranei a questo contesto temporale, abbasso lo sguardo e, finalmente percepisco l’immagine amica dell’occhio che pone fine del mio incubo irradiando sentimenti di amore e riportandomi alla calma.
Il terzo
023A5 Confronto
23) Le gallerie d’arte! Accidenti! Le gallerie d’arte non vogliono appendere i miei quadri alle loro pareti a causa della loro “troppo piccola dimensione”. In effetti hanno ragione!
Un bel quadro deve essere goduto in pieno, soprattutto nei momenti di relax, seduto su un divano. Molte delle mie opere, per essere decifrate, hanno bisogno di una lente di ingrandimento, talvolta di un microscopio vero e proprio. Sono incazzatissimo! Sento invadermi da un impotente senso di essere il vero protagonista! Non riesco a far apprezzare le mie opere pittoriche e mi sento una preda che può essere annullata in qualsiasi momento.
Reagisco decidendo di andare avanti lo stesso! Quindi mi dirigo verso il mio studio d’arte con la speranza che la mia emozione non si tramuti in qualcos’altro, magari incontrando persone a cui non si può fare a meno di sfuggire dalle loro chiacchiere.
Come al solito eseguo una frettolosa scansione dei colori e, come al solito, non trovo il principale colore dell’incazzatura, cioè il rosso. Non importa, vado avanti lo stesso per non perdere l’emozione ma sento ormai che qualcosa di nuovo incomincia a risalire dalla parte più profonda della mia mente.
Sento il rumore dell’acqua di un ruscello che scorre tra i sassi, il riverbero del sole che si smaglia sulla mia pelle e sui massi …. mi sento come un piccolo essere dall’insolito colore che cerca di scaldarsi al sole… mi sveglio per un attimo e mi ritrovo a dipingere ….. dalle acque spumeggianti emerge il nemico di sempre, un essere strisciante! poco lontano qualcuno osserva, prudente, la scena.
Preda e predatore si fissano per un lungo istante, poi il collo della biscia saetta in avanti, afferra il piccolo essere ed improvvisamente si ritrae in preda a violente convulsioni …….. quell’innocuo essere è tale soltanto all’apparenza! Stefano ! Reagisci! Non ti scoraggiare! Vai avanti!
Quarto quadro
024A5 Metamorfosi
24) Come al solito, dopo aver dipinto un intero quadro senza il rosso, sento un bisogno viscerale di riportare sul supporto pittorico le calde gamme cromatiche, escludendo completamente i toni freddi.
Mi sento avvolgere dal silenzio di un fondale marino, la mia mente vi vaga armoniosamente, libera di spaziare. L’acqua, pur essendo fredda, trasmette un trasparente riverbero rosso fuoco.
Guardo intorno a me, perplesso osservatore passivo. Il liquido universo è in continua metamorfosi. Strani esseri che diffondono il liquido rosso che colora l’acqua mi superano, teneramente indifesi, tutto appare immateriale, immerso in una dimensione senza tempo.
Un numero mi martella incessantemente senza danneggiarmi. Il numero 4! Perché!
Il quinto
025A5 Metamorfosi
25) Mi trovo nel mio studio d’arte e sto avendo un momento di serenissimo relax leggendo la vita artistica di un grande pittore impressionista. Claude Monet, Impressionista degli Impressionisti, colui che ha creato la cattura dell’attimo emozionale fuggente. I suoi quadri mi caricano di energia, mi danno forza e mi incoraggiano.
Ho davanti a me le riproduzioni degli ultimi suoi quadri che raffigurano delle ninfee e sto godendomi uno spettacolo meraviglioso. Sento nascere dentro di me un qualcosa di indefinibile, come se fossi soggetto ad una strana metamorfosi.
In pieno corso di questa mia trasformazione, abbandono la lettura dando il via ad una composizione sul solito supporto plastificato di 5,5 x 8,5. Uso il verde il blu ed il giallo e …. anche un pizzico di rosso.
Ecco l’opera portata a termine: acqua con il suo fruscio e le sue trasparenze, ninfee, balene e tanto cibo per esse, il planton.
Sesto quadro
026A5 Meteore
26) Oggi sono stato a Roma a visitare i Musei Vaticani che mi hanno provocato un effetto alquanto negativo. Ritornato all’Argentario, mi sono diretto subito nel mio atelier con l’intenzione di distruggere alcuni miei lavori.
Molti sono passati in rassegna e ne ho trovati una ventina che mi irritavano la vista: gli occhi non riuscivano a rimanere ancorati ai soggetti in essi raffigurati e lo sguardo cercava di sfuggirvi.
Ho preso il pennello ed un tubetto di grigio di scarso valore e, dopo averlo aperto, l’ho quasi svuotato sulla tavolozza. Con pennellate piene di rabbia ho iniziato a coprire tutto il primo quadro con il colore, proponendomi di fare la stessa cosa con gli altri diciannove. Mentre facevo questo ….. più pensavo alle opere di Raffaello e Michelangelo, più cresceva a voglia di coprire 21 quadri, 22, 23 …. tutti ……. e poi ancora chiedere ai proprietari dei miei quadri di togliere quelle tele imbrattate dalle pareti dei loro salotti.
Mi sentivo colpire la mente da mille meteore e io ero lì impotente, a riceverle tutte. Queste avevano una forza distruttiva inimmaginabile. Arrivato all’impossibile ultima idea, quella di convincere i possessori delle mie opere, mi sono fermato istantaneamente e, allontanandomi dal quadro mi sono accorto di non fare la cosa più giusta e razionale.
Avrei dovuto invece tradurre in pittura il sentimento di rabbia che ormai era divenuto insopportabile. Un occhio confuso che osserva le mie opere con disgusto e perplessità!
Ecco la tematica del quadro: un occhio in preda alle forze dell’universo, che vede nero e riceve le più nefande materie della natura.
Il settimo
027A5 Il sole è spento
27) Sono passati alcuni giorni dalla visita ai musei vaticani ma sono ancora scosso da essi, sentendo, dentro di me, la completa impotenza espressiva. Non ho preso più il pennello in mano. Tutto è diventato nero!
Quella luce che illuminava costantemente la mia mente si è spenta, il mio sguardo è diventato assente: non ho più voglia di studiare a fondo le cose. Tutto diventa piatto e senza colore …. è come se il sole si fosse spento!
Riporto sul supporto plastificato la mia orribile sensazione e, dopo aver dato l’ultima pennellata non faccio quello di cui sono solito fare, cioè godermi per alcuni minuti l’opera portata a termine ….. No! chiudo il mio studio artistico e vado a fare una lunga passeggiata.
Ottavo dipinto
028A5 Vulcano innevato
28) La mia mente è fredda! Non riesce più a generare. Il vulcano espressivo dentro di me è inattivo …. coperto di neve ….. piange …..
La mia mente ha bisogno di essere soccorsa …. nuova materia e nuova forza vitale deve entrare direttamente nella mia centrale creativa ….. la mole poderosa del vulcano, con la sua debolezza, non domina più le tematiche, però qualcosa si sta muovendo.
Nei suoi fianchi si aprono solchi ampi e profondi e crateri minori, la cima è coperta di neve, che maschera il fuoco abissale, più in basso, al terreno brullo si sostituisce la foresta ed a questa i fertili terreni vulcanici, irrigati dalle abbondanti acque di fusione delle nevi.
Poi, la terra comincia a tremare, nubi sulfuree si innalzano dal monte , la neve si scioglie, ceneri e lapilli oscurano il sole, scende una notte innaturale, rischiarata solo dalle vampate delle esplosioni e dalle colate di lava incandescente che bruciano la foresta, devastano le zone coltivate.
Il gigante sopito si è risvegliato!Nascono nella stessa giornata quattro opere! …. e mi piacciono! Eccole qui appresso rappresentate!
Nono dipinto
029A5 Occhio
29) Il mio sguardo si dirige dappertutto, è penetrante e sveglio! L’occhio gira nella sua orbita in modo continuo e sistematico, cercando di portare all’archivio della mia mente tutte le sensazioni derivanti dal mondo esterno.
Un mondo popolato da miriadi di temi fluttuanti, vibranti, soggetti appartenenti alle più svariate specie vengono archiviati, cercano di fuggire per non essere catturati, li conquisto, li nutro, si moltiplicano, alcuni muoiono in un cosmo traslucido in cui la lotta per la vita è furibonda. Adesso la mia finestra è aperta e scruto il cosmo!
Decimo dipinto
030A5 Sogno
30) Un sogno …… quasi un incubo ….. ma pur sempre pittorico:
Il fiordo stretto, lungo, profondo e serpeggiante dalla costa penetra nell’entroterra tra ripide pareti rocciose e scure foreste.
Nelle valli profondamente erose dai ghiacci il mare è penetrato formando segrete insenature che proteggono gli insediamenti dai predoni che vengono dal mare. Lunghe navi eleganti si addentrano silenziosamente nel fiordo sconosciuto, mentre la notte sta per finire…quando il pallido sole primaverile fa scintillare le acque ne colpisce le vele …. un pastore le avvista dalle alture e si precipita verso il villaggio indifeso che si sta risvegliando, ma la razzia ha ormai avuto inizio.
Chi oppone resistenza è ucciso, gli altri sono ridotti in schiavitù, il bestiame e le poche cose di valore sono caricati sulle navi … quando il pastore giunge trafelato al villaggio alte fiamme si innalzano dalle capanne, il villaggio, la famiglia, gli amici, tutto è scomparso …. all’unico superstite non resta che radunare le proprie bestie ed addentrarsi verso l’interno , per chiedere asilo e portare l’allarme ad un villaggio che sorge più all’interno, nella speranza che i feroci razziatori non ne conoscano l’ubicazione.
L’arte della Pittura è una delle più alte espressioni dell’uomo. Traduco in Pittura tutto ciò che mi è possibile raffigurare. Dipingere è una cosa meravigliosa. La pittura è colore … è vita!
031A5 Metamorfosi
31) I paesaggi, le marine, i quadri astratti e i dipinti di ogni genere sono sempre dentro il mio cuore. Li amo tutti! Amo tutto ciò che è pittura! Visito spesso le gallerie d’arte cercando di assimilare tutti i lati positivi delle svariate tematiche che si presentano al cospetto del mio occhio.
Esso è vigile e penetrante ma ….. innocuo. Il mio occhio spazia per tutta la tela travasando linfa vitale da elaborare nella mia mente. Non gli interessano i particolari! Cerca di catturare in un solo istante la sensazione globale che emana l’opera d’arte. Per esso non esiste il quadro bello o il quadro brutto: esiste il quadro che lascia un’emozione: un’emozione di qualsiasi natura, bella o brutta.
032A5 Metamorfosi
32) Cosa succede nella mia centrale creativa quando viene alimentata da emozioni provenienti dall’esterno? L’emozione vi penetra in soffici nubi, si condensa in pioggia, neve, nebbia, rugiada ….. la linfa vitale che entra e si tramuta viene raccolta in rigagnoli e fiumi, fluisce in tutti gli interstizi, penetra nel fertile terreno, è assorbita dalle radici della mia creatività, filtra nel mio profondo, poi ……. dopo aver permeato tutti i tessuti del mio essere, torna in superficie attraverso le sorgenti e con decisione viene gestualizzata e tradotta in effetti coloristici
033A5 Il mondo è nudo
33) Le emozioni derivate dal colore possono essere il prodotto che nasce spontaneamente dalla parte più profonda del nostro intimo, oppure il risultato derivato dalla visione di un paesaggio naturale.
Le emozioni possono nascere come forma di messaggio nell’osservazione di un’opera d’arte artificiosamente creata.
Queste forme emozionali arricchiscono la nostra creatività, ci permettono la rappresentazione della natura attraverso canali che collegano le parti più intime della nostra mente e, istituiscono un dialogo inconscio parallelo tra l’artista e l’osservatore dell’opera.
034A5 Il risucchio dello tsunami
34) Quando arriva lo stato emozionale bisogna subito riportarlo sulla tela. Se questo non viene fatto, si perdono in pochissimo tempo gli impulsi vitali e la creazione dell’opera, già configurata nella fantasia, si dissolve come un pezzo di ghiaccio sul fuoco.
A volte, questo sentimento, lo sento nascere e crescere dentro di me molto delicatamente e, questa particolare situazione mi mette in difficoltà perché mi si presentano due strade ben distinte: o attendere che si rafforzi, oppure catturarlo subito. Può essere sbagliata sia la prima che la seconda soluzione.
Quando invece l’emozione è uno tsunami che mi travolge completamente, tutto diventa più facile: la scelta obbligata dell’attimo, la spontanea gestualità che guida il pennello con decisione, la scelta irrazionale della combinazione dei colori. ….. è bello dipingere quando la mente è rilassata e non obbligata a disegnare prospettive scientifiche, scegliere forme, indovinare i colori, comporre equilibrate campiture, rispettare le zone auree, fare attenzione agli accostamenti troppo contrastanti, velature, …… Mamma che pena!!!
035A5 Il pasto
35) Perplessità ed inquietudine sono due ingredienti esplosivi e, quando permeano insieme la mia mente, nasce un’opera sconvolgente come quella qui sopra raffigurata. I colori sono forti e violenti i contrasti netti e decisi, le sfumature esplosive, potenza e velocità sono i protagonisti principali: tutto è prepotentemente in movimento.
036A5 Primordialità
36) Quando sono concentrato nella pittura divento un altro uomo. Mi isolo dal mondo e mi occorre molto tempo per ritornare alla realtà. Questa sensazione di isolamento non è però negativa perché non mi violenta e non rende succube la mia creatività.
Entro così in simbiosi con il mondo che sto immaginando: talvolta mi lascio naufragare completamente in questa delicata sensazione tanto da regredire fino alla primordialità, creando giovani mondi dove oceani appena nati ribollono, dove forme elementari di vita si evolvono in altre più complesse, dove le grandi distese di acqua pullulano di vita e organismi molteplici occupano i differenti habitat dalle profondità alla superficie …… dove sento una voce che chiama Stefano, che insiste, che aumenta di volume …… mi sento scuotere ….. qualcuno mi sta chiamando ….. piano piano ritorno alla realtà e sento mia moglie che rimproverandomi mi dice “Stefano! Mi mi vuoi ascoltare?!?
037A5 Acqua
37) Ritorno alla realtà ma la mia mente rimane ancora legata a quel modo acquatico e primordiale. Non bastandomi la realizzazione di un sola opera mi immergo nel profondo delle acque, per raffigurare in modo diverso, la stessa emozione.
La vita che nasce sotto le immense distese, il liquido amniotico è l’acqua che dà la vita, premessa per nuove innumerevoli nascite. L’acqua, origine e veicolo dell’esistenza, è simbolo di fecondità e di fertilità.
L’oceano rappresenta l’origine di ogni forma vivente, ma anche le fluttuazioni dei sentimenti e dei desideri ed è anche l’elemento sensuale e materno. L’acqua è metafora femminile di rigenerazione e creazione.
038A5 Metamorfosi
38) Espressione della Pittura è anche l’azzurro, un gran bel colore. Lo impiego in tutte le mie opere. Anche questo mio ultimo quadro è carico di azzurro: azzurro inteso come pigmento, mescolato con il giallo che da come risultato dei bellissimi verdi. Il mio azzurro preferito è il blu oltremare, oltre al blu cobalto ed al ceruleo.
Qualche volta impiego il blu di Prussia, ma essendo troppo forte, devo stare attento alla sua gradazione. Ecco il mio simpatico incubo da sogno: Una grande astronave entra in orbita sublunare.
La scialuppa dell’astronave aliena scende sul vasto altopiano, uomini – uccello scendono sul mondo dotato di un habitat compatibile col loro metabolismo, fanno scendere il gruppo di ammutinati prigionieri, che si allontanano velocemente, mettendosi in salvo, la scialuppa riparte abbandonandoli.
I naufraghi spaziali tornano a prendere i pochi oggetti adatti alla prima sopravvivenza che, secondo la loro legge, sono stati lasciati loro dai soldati della scialuppa. Non rivedranno mai più il loro mondo.
Nei mesi seguenti gli uomini uccello si organizzano, riescono a sopravvivere.
Una popolazione indigena ha visto il grande oggetto luminoso avvicinarsi alla terra, gli esploratori hanno raggiunto a fatica l’altopiano.
Gli dei scesi sulla terra individuano gli intrusi, che immediatamente si prostrano ai loro piedi in adorazione: ora gli dei piumati regneranno sulle antiche terre e sui suoi popoli, finché un’altra esistenza li chiamerà e di loro resterà solo il culto ed il ricordo.
039A5 Il pianto cromatico
39) Molto spesso la mia creatività si spegne. La sento affievolirsi dentro di me e, immancabilmente sprofondare in un abisso dove mi resta difficile ripescarla.
Non entro nello sconforto sapendo che questo spegnimento è soltanto temporaneo e che, quando si ripresenterà in superficie, lo farà in modo esplosivo. Espressione della Pittura!
Ascolto l’emozione che dorme, la vigilo, la accarezzo, l’attendo …..e …. silenziosa, gravida di aspettativa, la sento in un sibilo crescente, poi in un fragore improvviso la vedo dilatarsi in un turbine di colori e scintille che risvegliano prepotentemente la mia creatività e guidano il pennello sulla tela ……. ecco apparire nitide grandi cascate come lacrime di fuoco.
040A5 Il buio può illuminare
40) L’Universo è pieno di vita e di colore. Quando pensiamo all’universo, il più delle volte, naufraghiamo nella vastità e nel buio totale. No! L’universo è pieno di colori, le sue gamme cromatiche sono ricchissime e, soltanto la pittura le può rappresentare nel modo più completo. Molto spesso mi fermo a meditare ….. meditare con l’occhio e capisco che …. anche il buoi può illuminare!
L’arte, in tutte le forme, è la vetta più alta che l’uomo possa toccare. Essa ti abbraccia dolcemente e ti avvicina alla Grande Natura. L’arte è l’essenza della vita: bevila! È un elemento essenziale. L’arte la faceva Michelangelo, Raffaello, Leonardo. La faceva Van Gogh, Monet, Renoir … Spesso mi faccio una domanda: Ma io … cosa faccio?
041A5 Il senso dell’umido
41) Ho bisogno di inventare! Ho bisogno di creare nuove figure! Medito e vengo improvvisamente investito da una strana sensazione che mi è difficile spiegare. Voglio descrivere il senso dell’umido! La mia mente è adesso libera di spaziare nel pieno della sua creatività ma le figure mi sfuggono sovrapponendosi l’una all’altra in una cadenzata e rallentata frequenza.
E’ come se queste creature si muovessero in un ambiente acquoso con alta concentrazione di sostanze vischiose.
I colori passano con naturalezza dai tubetti alla tavolozza, il pennello scorre deciso nella mescola dei pigmenti , le gamme cromatiche nascono senza nessuna logica razionale.
Quando esco fuori dallo stato emozionale non mi rendo conto di ciò che sono riuscito a creare. Il giorno dopo, guardandolo, mi domando: “ma che cos’è?”
042A5 Perché c’è la sete?
42) Molto spesso mi domando perché l’uomo abbia voluto vivere in posti completamente privi l’acqua. La sete nel modo è oggi un problema che investe moltissimi milioni di persone. Ho provato ad immaginare un mondo fatto esclusivamente di acqua e l’ho tradotto in pittura.
Al termine dell’opera, mi sono concentrato su di essa ed invece di avere un conforto, la mia mente è sprofondata in un angoscioso vuoto abissale. Mi sono accorto che l’opera non è stata un prodotto della fantasia ma una triste realtà: cascate d’acqua belle a vedersi ma inservibili
043A5 La montagna è donna
43) Non ho perso tempo! …… Acqua! Si acqua! ….. Acqua che possa bersi. I miei pennelli prendono a scorrere freneticamente sul supporto. I colori sembrano mescolarsi tra di loro indipendentemente da ogni ragionevole valutazione, la mia mente partorisce senza razionalità.
Nascono delle gamme cromatiche che mai sarei riuscito a creare con l’applicazione delle regole. Fulmini, pioggia, tempeste, montagne e fiumi d’acqua che scendono a valle: la montagna approvvigiona l’uomo. L’opera è stata portata a termine! Sono soddisfatto.
044A5 Animali compattati
44) Il cane è il miglior amico dell’uomo e viene talvolta rappresentato nelle mie opere. Ho voglia di scavare nel profondo del mio intimo, in quella parte nascosta dove vivono e si cozzano freneticamente le mie emozioni, cercando di tirarne fuori alcune, che purtroppo possono uscire soltanto con violenza.
Raccolgo tutto il materiale necessario alla seduta pittorica, che distendo alla rinfusa sul banco di lavoro e, intanto sento amplificarsi le mie emozioni. Faccio tutte le operazioni di preparazione, tranne quella di far riuscire i colori dai tubetti.
Inizio a meditare. Prendo il tubetto di azzurro oltremare, lo comprimo per farne uscire il colore ma mi accorgo che la mia razionalità non riesce a far sì che esca il colore strettamente necessario alla realizzazione dell’opera.
Con la stessa irrazionale sicurezza faccio uscire altri colori dalle loro varie confezioni, non accorgendomi di aver ormai perduto il controllo delle mie azioni. Prendo una vecchia scheda telefonica, la sgrasso bene con il diluente, l’asciugo ed inizio a distenderci il colore. Distenderci? No!
Il colore raggiunge il supporto in modo assai violento; il nero, il giallo di cadmio, l’azzurro oltremare colpiscono la superficie avida di colore, e poi ancora altri pigmenti che preventivamente si mescolano, non so come, sulla tavolozza.
La mia mente è entrata in simbiosi con la tematica stessa dell’opera che sta creando. Accorgendomi incredibilmente di aver terminato il quadro, mi allontano per osservarlo e mi dico: No! Questo quadro non l’ho fatto io! Come lo intitolo? Spensieratamente cerco il pennello “doppio zero” per apportare titolo e firma, ma non trovandolo, la mia mano va automaticamente alla ricerca di un altro occasionale pennello: non importa che sia più grande … ma non lo trovo!
Dove sono finiti i pennelli che ho impiegato per la stesura del colore? Non sono sul banco di lavoro, non sono vicino alla tavolozza, non sono intorno a me: Sono dentro il contenitore sul pianale dello scaffale ancora puliti ed asciutti!
Allungo la mano per raggiungerlo e quando l’afferro quasi mi scivola; guardo le mie mani e le vedo impregnate di colore! Arriva la sera e mia moglie mi ricorda che quella camicia e quei pantaloni, irrimediabilmente sporchi di colori di vario genere, sono da gettare via!
045A5 Concorso Telecom
45) Manca ormai pochissimo tempo alla fine del 2005, il tempo è ancora gradevole e posso ancora dipingere senza tenermi vicino lo scomodo termosifone a rotelle. Mentre sono alle prese con un’opera già iniziata, mia moglie mi chiama con il cellulare per dirmi che ho ricevuto una e-mail dalla Telecom, la quale mi invita a partecipare ad un concorso di pittura. Si tratta di trovare uno slogan figurativo per la promozione del numero di servizio 1254.
Pur essendo contrario ai concorsi – soprattutto quelli i cui organizzatori chiedono soldoni – prendo sul serio la proposta e mi metto immediatamente al lavoro. Abbandono l’esecuzione di un quadro, la cui tematica è la balena, e incomincio a disegnare sul piccolo supporto, numeri su numeri, telefoni ed apparecchiature di comunicazioni.
Dopo un’ora mi accorgo che il quadro non prende la forma emozionale, che le gamme cromatiche mi toccano lontanamente, che tutto è ordine precostituito, quindi tutto è freddo, schematico ma …. perfetto! Dal momento che il quadro è perfetto continuo a dipingerlo ed a portarlo a termine. Perfetto! I numeri, i telefoni, il contesto …… tutto perfetto! Il giudizio di mia moglie ….. perfetto!
Ritorno nel mio atelier (il mio studio di pittura, che di atelier ha tutto, meno che l’ordine) e, nel percorrere quei pochi metri che mi separano da casa, avviene in me un’improvvisa metamorfosi. Perfetto! Il quadro è perfetto! Sicuramente vincerò il primo premio! Un quadro perfetto deve, per forza di cose, evidenziarsi dagli altri. Entro nello studio, porto gli occhi sul quadro rimasto incompiuto e vengo assalito da una carica di colori, capace di trascinarmi in un sogno cromatico indescrivibile.
Come ipnotizzato, prendo le forbici e, con gesti di rabbia taglio in mille pezzi il quadro perfetto, lo distruggo con gioia, lo getto nel cestino. Con i colori ancora freschi sulla tavolozza, riprendo a dipingere la mia balena, riprendo a stendere il colore che mi viene da dentro, scrivo, in maniera imprecisa, il numero 1254 e arricchisco il tutto con chiaroscuri che nulla hanno a che vedere con gli slogan Telecom. Gli appioppo un titolo che con il contesto del concorso non ha nulla in comune: salviamo la balena! Lo fotografo e lo invio all’ufficio concorsi. Vincerò soltanto il terzo premio. Non sono pentito di aver distrutto con gioia il quadro perfetto!
046A5 Nooooooo!
46) L’importanza dell’attimo! Quanto è importante un attimo nella pittura? Moltissimo! Monet, grande pittore, fondò il movimento impressionista proprio sull’importanza dell’attimo! Dipingeva l’attimo fuggente per non inquinare, con i suoi stati d’animo, l’emozione sprigionata dai colori del paesaggio che si trovava di fronte. Doveva catturare l’attimo fuggente e riportarlo immediatamente sulla tela allo stato puro, senza che fosse elaborato dalla sua mente.
Rifletto su questo benedetto attimo, tiro fuori i colori, preparo l’olio, la trementina, i pennelli e, pensando “all’attimo”, incomincio a stendere il colore sul supporto della scheda telefonica. Un mondo che viene colpito da un gigantesco meteorite, raffigurato un milionesimo di secondo prima dell’impatto … chi lo può fermare? Il quadro è terminato, lo guardo e naufrago in un mare che …… chiamarlo universo è poca cosa! Mi perdo … un mondo .. un attimo … la vita! Noooooooooooooooo!!!!!!!!
047A5 Dimensione senza limiti
47) La mia specialità pittorica è la tecnica della miniatura, che mi ha portato, un poco per volta, a dipingere quadri sotto il millimetro quadrato di superficie. Mi sono accorto che, una volta superato ostacolo della misura, vedo possibile conquistare spazi ancora più piccoli.
Quando smetterò di rincorrere questo record? La dimensione non ha limiti! Facendo il ragionamento inverso, provo ad immaginare -sempre in spazi microscopici – grosse forme di vita …… mi sento salire i brividi …. li traduco in gamme cromatiche …….. il quadro mi colpisce senza limite, dandomi il colpo di grazia …… l’uomo, a confronto, si annulla!
048A5 Cosa è l’aviaria
48) Sento spesso parlare dell’influenza aviaria. Sarà una bolla di sapone, oppure è veramente cosa seria che deve destare preoccupazione? Come può essere rappresentata, nella pittura, una tematica di questo genere? Ma cosa è l’influenza aviaria? Un’invenzione delle organizzazioni farmaceutiche oppure la distruzione della vita nel pianeta? Possibile che il mondo sia appeso ad un filo, e per giunta, tenuto dal becco di un uccello?
049A5 Il vulcano e la colomba
49) A volte mi soffermo a meditare sulla cattiveria e sulla bontà umana. Cerco di metterle a confronto e vedo l’abisso. La realtà è, che esistono entrambi e, quello che mi spaventa è il fatto della relatività. Questo abisso ha davvero raggiunto il limite? Come posso saperlo?
Faccio il paragone con i poli di una calamita ed ottengo una risposta sola, accorgendomi che la distanza tra il male ed il bene è sottoposta alle leggi della relatività. La calamita può essere spezzata ma i poli rimarranno sempre uguali e contrari.
Nel mondo – volendo farlo più buono – rimarranno sempre le forze estreme che si metteranno a confronto ….. potenza distruttiva e pace …. il vulcano contro la colomba! …. mentre il mio occhio rimane perplesso!
050A5 Viva il verde
50) Forme di vita! L’uomo che domina l’animale! Entrambi immersi nel verde! Il verde è la vita che alimenta la vita. Non distruggiamolo! L’occhio umano dovrebbe essere sempre vigile e pronto ad intervenire per proteggerli entrambi. Invece!
Dipingere paesaggi da sogno è sempre stata una mia prerogativa.
Dipingere mi allieta. Pitturare i fiori mi diletta. Realizzare nature morte mi delizia. Realizzare scorci paesaggistici mi attrae. Eseguire marine e paesaggi marini mi affascina. Eseguire i paesaggi dei sogni mi da grandissima vitalità. Dipingere sognando … mi manda in estasi.
Stefano Busonero: Cosa è L’universo?
51) La mia vita è fatta di colori. Colori alla mattina, colori al pomeriggio, colori alla sera. Quando vado a letto, prima di addormentarmi, sono invaso da una simulazione spontanea di ricchissime gamme cromatiche. Esplosioni di colori, scoppi cromatici e un’incredibile dinamica coloristica, impossibile da tradurre in pittura, data la sua perfetta ed armoniosa eleganza. Il tutto ha un vigore assai penetrante. Nel sogno, molto spesso, sono invaso dai colori. Mi si creda, è veramente bello avere a che fare con i colori.
A me piace dipingere paesaggi da sogno!
Purtroppo, qualche volta, sogno anche il pigmento, cioè la sostanza fisica del colore, che mi sporca le mani e gli indumenti. Sogno di mangiarlo! Sgradevole, ma continuo a mangiarlo! chissà cosa vorrà significare! Spesso mi domando cosa sia veramente l’universo e, come sempre, mai arriva la risposta. Il solo pensare alla sua vastità mi manda in tilt. Il nostro mondo, i pianeti, le stelle e le continue esplosioni sono una cosa impossibile raffigurare con qualsiasi tipo di linguaggio umano conosciuto. Provo a dipingerlo …… mi perdo!
Busonero: Si guardano!
52) Vasti spazi collinari, una valle infinita, un verde vivo e vigoroso che cambia tonalità allontanandosi verso la linea dell’orizzonte. Io sto sognando un ideale paesaggio agreste e mi trovo su uno strano altopiano, sconnesso e colpito da onde gigantesche.
Le forme sono trasfigurate e le linee prospettiche sembrano essere passate dentro un frullatore. Il mio sogno non viene fatto a letto ad occhi chiusi, ma nel mio studio mentre sto lavorando su una miniatura 5,5 x 8,5. Vedo l’acqua salire dalla valle verso di me e mi sento osservato.
La mia mano continua a creare emozioni. “Mi piace!” Questa frase mi fa sussultare, ritorno alla realtà e vedo Ettore, che con una mimica a lui assai consueta, mi ripete la stessa frase aggiungendo “è bello”. Guardo l’opera e gli rispondo “forse!”, poi mi domando: “Ma chi l’ha fatta?” Amo perciò dipingere paesaggi da sogno!
Stefano Busonero: Il nulla dei nostri incendi!
53) Incendi, esplosioni, fuochi artificiali! Chi di noi non ne ha mai visto uno? A volte mi domando come sia possibile raffigurare un insieme di esplosioni, cioè i miliardi di schianti cromatici dell’universo!
Che cosa sono i nostri incendi a confronto? Inizio a dipingere sulla solita scheda telefonica mondi, lontani, stelle, nebulose, con colori a gradazione temperata per poi sfociare nelle tinte fredde.
Nello stendere il pigmento sul supporto, non mescolo i colori ma li accosto tra loro, a piccole macchie e, sovrappongo altro colore sulle parti che sono in già avanzato stato di essiccazione. In questo modo tutto viene più chiaro, più nitido, e i contrasti risaltano con forti vibrazioni.
Busonero: Cosa c’è fuori?
54) Molto spesso, quando mi soffermo ad osservare una parete rocciosa, vedo in essa tutto quello che la mia fantasia possa immaginare. Iniziano le sequenze e vedo un volto, poi un animale, poi una casa, quindi una marina ecc. Ho provato mille volte a guardare il cielo stellato ma mai nessuna trasfigurazione è avvenuta. L’ho inventata! Ma è stato come dipingere paesaggi da sogno!
Stefano Busonero: Ma cos’è il tempo?
55) Ho provato molte volte a pensare cosa possa contenere un milionesimo di secondo. Quando due grosse stelle si scontrano …… provate ad immaginare l’importanza di quel milionesimo di secondo prima dell’impatto! Esiste!!!!!! Non solo! ma può essere diviso per 2, ed ancora diviso per due …. ed ancora …… ed ancora diviso per centomila …… per un miliardo …… accidenti! Sto naufragando!
Busonero: Qualcuno ha bussato alla porta?
56) Un fulmine dalla grandezza planetaria, un colossale rumore che scuote la terra. Qualcuno ha bussato alla porta?
Stefano Busonero: Ere in contrasto
57) La relatività. Una grossa parola che porta direttamente ad Albert Einstein. Lo scorrere del tempo che non è sempre uguale. Una teoria che ha rivoluzionato la fisica dello scorso secolo. No! Io non parlo della relatività del tempo ma di quella della grandezza.
La dimensione, verso l’infinito e verso il microcosmo non ha limite. L’universo è talmente grande che può ospitare forme di vita più grandi del nostro pianeta. Prendo la tavolozza del pittore, i pennelli e semplicemente i tre colori base più i due accessori, cioè il rosso carminio, il giallo di cadmio originale, il blu di cyan, il bianco ed il nero. Il risultato? Ere a contrasto!
Busonero: La vita è sempre presente.
58) Continuo con la serie delle forme viventi a grandezza planetaria. Ormai sono entrato in simbiosi con un mondo dove tutto supera i valori canone, che mente umana non possa immaginare. Balene planetarie, cavalli immensi come la Via Lattea, forme umane e uccelli giganteschi. La mia mente crea, il mio occhio osserva attentamente.
Le gamme cromatiche sono libere ed i pigmenti vengono stesi sulla tela senza che io me ne accorga. Tutto diventa come un sogno. Qualcuno mi parla da dietro ma non riesco a capire cosa dice. sono talmente concentrato nel dipingere il quadro, che non riesco a ritornare nel presente.
Mi sento scuotere
– quell’occhio mi fa paura! – mi dice Luciano
– quell’occhio è il mio! – gli rispondo io – ed osserva la vita che è sempre presente! – È troppo bello dipingere paesaggi da sogno
Stefano Busonero: Aviaria
59) Siamo ancora in tema di aviaria. Il mondo ha paura dell’influenza che viene trasportata dagli uccelli. Tutti i volatili sono visti, in questo periodo, come mostri capaci di portare con se malattie con potenziale altamente distruttivo. Le tonalità migliori per tale raffigurazione penso siano quelle tendenti al giallo ed al rosso. Senza accorgermene sono già al lavoro e mi sto ancora domandando: “Da dove iniziare?”.
Non mi rendo conto che è già passato molto tempo e, che l’opera è stata ormai portata a termine. Sento le mie mani umide, abbasso lo sguardo su di esse e le vedo sporche di pigmento.
I pennelli sono puliti, il tubetto di blu manca all’appello, tre sagome ritagliate e con i bordi sporchi di pittura si trovano vicino alla tavolozza. Porto lo sguardo all’opera, la osservo bene in tutti i particolari e sento nascere dentro di me una rabbia inspiegabile. Come è possibile che l’uomo sia impotente di fronte a questo particolare tipo di evento?! E se fosse tutta una montatura orchestrata da grandi case farmaceutiche?
Busonero: Metamorfosi
60) Il mio umore cambia spesso durante la giornata. Una continua metamorfosi che spesso trasporto sulle mie tele. Qualche volta le mie sensazioni sono talmente complicate che non riesco a capirne l’origine ed il tipo.
Un agitazione sorda nasce dalle parti più profonde della mia mente e si amplifica durante la giornata. Soltanto la pittura riesce a calmarmi. Vorrei gridare a squarciagola ma lo farei soltanto se fossi solo. Vorrei poter vedere, in modo chiaro ed obiettivo, il mondo che mi circonda ma mi sento accecato e, tutto quello che vedo è soggetto ad elaborazioni interne.
La mia visione del mondo cambia dal bello al brutto, dal protagonismo all’impotenza, dal nervosismo alla pace dei sensi. Non mi lamento, anzi, ne vado orgoglioso! Vivo le mie sensazioni, le ascolto, le percorro, ci gioco, le riporto sulle tele. Forse sono leggere e, tutto questo è solo il frutto di un animo altamente sensibile!
La passione per la pittura mi da una grande energia. La pittura è uno dei migliori alimenti dell’uomo! …… la pittura …… Grazie ad essa posso dipingere paesaggi da sogno!
Pittura! Amo la Pittura. Amo anche il disegno. Un po’ meno i corsi di disegno. e neanche i cervellotici corsi di pittura. Il disegno è armonia che nasce dall’anima. La pittura è espressione che nasce dallo spirito. Le mie emozioni, io le riporto sulla tela allo stato puro!!!!! L’eleganza e la goffaggine delle mie immagini mi caratterizzano. Non permetto in nessuna maniera che tutto ciò, venga inquinato da altri!. Lezioni di pittura e corsi di disegno migliorano la tecnica, non i colori e l’eleganza!
Stefano Busonero: Vivremo
61) Ho provato diverse volte a mettermi nei panni di una balena in preda agli scempi dell’uomo. Immancabilmente ho avvertito mancanza di ossigeno, impotenza ed una imperante rabbia interna, che può essere soltanto paragonata a quella di un vulcano, pronto per l’eruzione. Mi domando perché l’uomo ce l’abbia così tanto con le balene!
Come posso raffigurare, con i mezzi della pittura, queste particolari emozioni? Ci provo! Colori alla mano, pennelli a disposizione, trementina pronta all’uso, stracci puliti ed a portata di mano, olio di lino mescolato con i miei additivi, e …… immediatamente all’opera per non scemare la carica emozionale.
Mi immergo nel mio mondo e dipingo! Le balene sofferenti, l’acqua che progressivamente le viene a mancare, la rabbia e l’eruzione vulcanica che sta uscendo dalla mia anima, il mio occhio disperato, impotente e piangente che osserva la scena. Quando ho portato a termine il quadro, mi alzo, gli volto le spalle ed esco dal mio atelier. Per il resto del giorno non entro. Ho paura di distruggerlo! Il giorno dopo gli do il titolo: “Vivremo!” La parola d’ordine è Amare la Pittura e amare il Disegno.
Altri dipinti
Busonero: Il pianto infuocato
62) Mi trovo nel mio studio di pittura e sono in difficoltà a causa delle scarse idee. Sembra che la mia mente si sia svuotata improvvisamente. Ho una forte voglia di dipingere ma non ho nessuna ispirazione. Esco dallo studio e sosto davanti alla porta, con la speranza di entrare in un’altra dimensione. Incontro con il mio sguardo un cane, che sta allegramente venendo verso di me. Mi si avvicina, lo accarezzo e mi sento osservare da due occhi pieni di significato. Guardo attentamente quegli occhi e, improvvisamente sono pervaso da una strana sensazione: sento di entrare in contatto con i suoi sentimenti. Sto provando emozioni a me sconosciute. Mi sento invaso da un qualcosa come la tristezza, ma tristezza non è.
Ritorno da osservare meglio quegli occhi, cercando di penetrarci ancora più a fondo. I nostri sguardi si fanno sempre più intensi, tanto che, di colpo capisco la sofferenza ed il bisogno d’affetto dell’animale. Sento una voce che chiama “Dick!”, il cane sussulta, distoglie lo sguardo e si precipita verso il suo padrone. Rimango ancora per qualche secondo in quella irreale dimensione, mi affretto verso il cassetto dei colori, afferro il blu oltremare, il giallo di cadmio, il nero, il bianco, il carminio e, senza accorgermene mi trovo già all’opera.
Il quadro sta prendendo le sue forme, il pennello scorre sul supporto come indipendente da ogni mio razionale controllo, soltanto la mia gestualità, comandata dall’emozione del momento, riesce a dettare le condizioni che portano alla realizzazione dei chiaroscuri. Un attimo, e l’opera è finita. Guardo fuori dalla porta ed è già buio! Squilla il cellulare e dall’altra parte sento Danila che mi rimprovera il forte ritardo. Guardo l’orologio e dico “Mamma mia! Quanto è tardi”.
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Stefano Busonero: Energia esplosiva
63) Ho la pancetta! Accidenti! Salvo rare eccezioni, non faccio mai colazione al Bar. Il classico cappuccino con la brioches è una carica esplosiva di calorie: energia nel latte, energia nella brioches, energia nello zucchero del caffè e del cappuccino (che per essere buono ne richiede due cucchiaini). Nonostante ne stia lontano, il mio problema rimane la pancetta. Ma li desidero! La mattina, sarebbe una cosa meravigliosa deliziarmene!
Busonero: La paura non ha limiti
64) Sono nipote di un ex macellaio. Da piccolo ero solito frequentare il mattatoio del mio paese (Porto Santo Stefano). Vidi uccidere un maiale. Mi rimase impressa la sensazione ultima dell’animale, cosciente che stava per essere ucciso. Non riuscirò mai a dimenticare l’espressione di quell’occhio che sembrava umano. Amare la pittura e amare il disegno.
Stefano Busonero: I poli si squagliano e l’uomo è nudo
65) L’effetto serra! Due parole che sono spesso di attualità e che sono entrate prepotentemente nelle nostre quotidiane conversazioni. Gli accordi internazionali, una volta per colpa di una nazione ed una volta per colpa di un’altra nazione, non riescono a decollare ed intanto i poli si squagliano, mentre l’uomo è sempre più impotente, nudo e può soltanto rimanere a guardare … esterrefatto. Il mondo poi, non è così grande!
Altri dipinti
Busonero: Siamo spiati
66) Siamo nell’epoca del grande fratello. Con l’avvento delle nuove tecnologie siamo spiati ventiquattro ore su ventiquattro. Le telecamere per le vie cittadine, gli autovelox vigliaccamente installati – esclusivamente per fare cassa e nei punti più sicuri dove gli automobilisti danno l’accelerata fatale – gli stessi cellulari di cui ormai non possiamo farne a meno. Una rete che ci intramaglia e che mina la nostra privacy. quell’occhio me lo vedo sempre davanti!
Stefano Busonero: Pensiero
67) Mi sento giù di morale ma riesco a vincere lo stato di sbandamento psichico e mi preparo a dipingere. Sono pensieroso e le immagini si accavallano nella mia mente che sembra impotente ad ogni impulso creativo, padre di tutte le variazioni coloristiche. Penso un uccello e vedo un uomo a cavallo, penso una barca e vedo un vigneto, penso il mare e vedo sassi che rotolano giù da una montagna che con forza colpiscono la mia testa. I colori si mescolano e tutto diventa confuso.
Il colore reale che riporto sul supporto incomincia a dare forma a quell’insieme confuso che mi gira dentro la testa; cerco di riportarli sulla tela senza l’ausilio della ragione ed i pennelli stendono la pigmentazione con forte espressività.
Dovrei correggere alcune imperfezioni ma non lo faccio: voglio riportare sul supporto pittorico l’emozione allo stato puro ed un attimo di indecisione potrebbe rovinarmi l’opera che sta nascendo “da sola”. Ho perso la percezione del tempo ed il contatto con il mondo esterno. In questo momento esisto soltanto io ed il colore. Smetto di pensare e mi domando il perché! Il quadro è terminato!
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Busonero: Ormai
68) Sto dipingendo un paesaggio irreale con tonalità che insolitamente si trovano nelle mie opere. Sono assorto nella pittura e non mi accorgo della metamorfosi che sta subendo il mio corpo. Nell’attimo di pausa, un’amara sensazione mi sconvolge la mente. Oggi non fa particolarmente freddo ma il mio corpo sta tremando come una foglia, i miei denti battono con ritmata frequenza e sento una serie di brividi che provengono da dentro. Senza rendermi conto di aver davanti un quadro portato a termine, lascio tutto il materiale e l’attrezzatura sul banco di lavoro e me ne vado a casa.
Mi metto immediatamente sotto le lenzuola continuando a tremare per una intera mezz’ora. Mi misuro la febbre e ……. leggendo il termometro dico: “Ormai ce l’ho in c.!” Passano tre giorni e ritorno nel mio studio d’arte con l’intenzione di rifinire il quadro. Inserisco in esso il titolo “Ormai!” Guardo i pennelli e li vedo sporchi di pittura in avanzato stato di essiccazione. Li prendo in mano li osservo bene ma non dico “Ormai!”. No li voglio recuperare! Prendo il vaso con dentro la trementina, lo apro ci metto i tre pennelli e lo tappo di nuovo ermeticamente. Fra qualche giorno i pennelli torneranno a lavorare come per magia.
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Stefano Busonero: Ma cosa ne sappiamo noi!
69) Il verde può essere accostato al rosso senza essere sconfitto? No! Il verde non può avere vita con la presenza del rosso! Mai! Niente paura! Non mi riferisco all’accostamento cromatico, che a seconda del gusto, può assumere miriadi di risultati, dal più infelice a quello più bello ed elegante. Ne sanno qualcosa i pittori coloristici! Mamma mia, quante domande farei se mi trovassi di fronte il grande Impressionista Monet! I suoi quadri mi emozionano e colpiscono in modo diretto la parte più sensibile della mia mente. Piansi davanti alla sua Promenade.
Busonero: Fuochi o scherzi?
70) Osservate bene cosa succede al verde quando gli viene accostato il rosso. Il fuoco non scherza mai!