La baia del Turchese al microscopio: il presente dipinto rappresenta un paesaggio marino di Monte Argentario. La foto è un po’ sfocata dato le minutissime dimensioni del quadro in esame, che misura 2,6 x 7,2 millimetri.
Anche per questa mia opera microscopica (di Stefano Busonero) la fotografia non ha reso le sue vere caratteristiche.
Il dipinto risulta sfocato e fortemente ombreggiato sulla parte destra. Non è così.
Fotografare quadri microscopici è molto difficile ed i miei mezzi a disposizione sono assai scarsi.
Questo mio quadro visto dal vivo è tutta un’altra cosa! In esso vi è rappresentato il rione “La Croce”, una delle quattro contrade di porto Santo Stefano.
Il paesaggio marino raffigurato in questa pagina (La Pilarella) si trova a Porto Santo Stefano di fronte alla “Baia del Turchese” o “Arena del Turchese”, dove una volta era attivo il porto del paese.
Qui ogni anno si svolge l’importante manifestazione del palio marinaro. Un posto incantevole e ricercato dai turisti proventienti da ogni parte del pianeta.
Stefano Busonero: Porto S. Stefano – Marina dipinta nella cruna di ago da sarta, dimensioni: 0,23 x 0,55 millimetri.
“Il paesaggio marino raffigurato in questa pagina (La Pilarella) si trova a Porto Santo Stefano di fronte alla “Baia del Turchese” o “Arena del Turchese”. Laggiù, una volta, era attivo il porto del paese.
Qui ogni anno si svolge l’importante manifestazione del palio marinaro. Un posto incantevole e ricercato dai turisti proventienti da ogni parte del pianeta.
Il “Palio Marinaro dell’Argentario”
Il Palio marinaro fece il suo primo esordio nel 1937. È una gara in cui competono quattro gozzi, comunemente denominati “guzzi”, in, rappresentanza dei quattro rioni di Porto Santo Stefano: Valle, Croce , Fortezza e Pilarella.
Le imbarcazioni si sfidano su un percorso piuttosto lungo, di ben quattromila metri. Ogni gozzo procede per mezzo della potenza fisica di quattro vogatori ed è manovrato da un timoniere.
Lo specchio di mare dove si svolge ogni anno – il giorno di Ferragosto – la ormai celebre manifestazione, interrotta soltanto nel periodo della Seconda Guerra Mondiale, è denominato Arena del turchese. Una volta, lì si trovava il vecchio porto del paese.
Il Palio Marinaro dell’Argentario ha origini assai remote. Si parla di una rievocazione di un lontanissimo fatto – certamente una leggenda – che narra di una feluca barbaresca intenta a catturare un’imbarcazione con alcuni pescatori a bordo. Si pensa che fu clamorosamente tenuta a distanza dalla forza fisica dei giovani rematori.
Altri invece lo fanno risalire allo Stato dei Presidi e quindi al XVII secolo. La seconda ipotesi appare più verosimile data la testimonianza di almeno un disegno di Ignazio Fabbroni, cacciatore di pirati che visse proprio in quegli anni. Il grafico mostra quattro gozzi, a bordo dei quali si trovano quattro rematori ed un timoniere, che sembrano proprio voler competere tra loro.
Ma ciò che, a prescindere da tutto, ha contribuito certamente alla nascita della manifestazione argentarina è il fatto che la maggior parte delle imbarcazioni del nostro vecchio porticciolo avanzavano grazie alla forza dei vogatori.
Spesso, al ritorno dalla pesca, i giovani equipaggi innescavano tra loro delle vere e proprie gare per arrivare primi in porto ed essere ammirati dalle ragazze del paese.
Il “Palio Marinaro dell’Argentario” risale al 1937, anno in cui il Comune di Monte Argentario inaugurò questa competizione, stabilendo norme e regole di comportamento per quello che tutti noi compaesani chiamano semplicemente il “Palio”. (Stefano Busonero)
Il quadro in cruna di ago ingrandito
Ecco la mia opera pittorica ingrandita al microscopio.
marina dipinta nella cruna di ago da sarta, dimensioni: 0,23 x 0,55 millimetri.
Una giornata di cielo plumbeo con sporadici colpi di sole. Un temporale che sembrava avvicinarsi ed esplodere da un momento all’altro e che invece si risolveva in vivaci colpi di luce solare.
Ho voluto (Stefano Busonero) provare a descrivere con questo quadro l’armonia generale che il clima atmosferico di quel giorno conferiva al nostro ambiente argentariano.
La coloristica del quadro microscopico di Busonero, intorno al millimetro non è frutto della mia ragione, bensì dell’indimenticabile sensazione che ho provato in quei momenti. Un plumbeo paesaggio marino.
Questo mio dipinto l’ho eseguito con moltissimi dettagli, sia nella coloristica che nella forma.
Le sue dimensioni non permettono che venga classificato nelle mie micro opere perché è gigantesco!
La sua dimensione è pari a quella di un medio francobollo.
La fotografia rende molto bene e la tonalità riprodotta è quella giusta.
Questo quadro appartiene alla serie delle mie miniature.
Sull’opera originale
Sull’opera del grande artista dell’Ottocento: “Veduta della Piana della Crau (vicino ad Arles, con mietitori, carri, ed altro)”, è un quadro eseguito da Vincent Van Gogh nel 1888 (per l’appunto nel suo periodo arlesiano) impiegando la tecnica ad olio su tela. Il dipinto misura 72,5 x 92 cm. e si trova ad Amsterdam nel Rijksmuseum Vincent Van Gogh. L’opera è firmata da Van Gogh, il quale non apportò in esso nessuna datazione.
Il Mulino Le Radet è un quadro di Vincent van Gogh. Anche questa mia riproduzione pittorica è sotto il centimetro quadrato di superficie. Sono riuscito ad inserirci anche la mia firma (in fondo a destra).
Questi quadri microscopici sono stati tutti realizzati con lo stereoscopio, uno strumento che ingrandisce e da modo di garantire la profondità.
Mi sarebbe praticamente impossibile lavorare con il semplice microscopio perché non avrei sotto controllo la distanza del pennello dal supporto pittorico. (Busonero). Il Mulino Radet al microscopio mi ha soddisfatto! Ecco la tecnica impiegata!
L’opera originale (Il mulino Le Radet) Vincent van Gogh la eseguì con tecnica ad olio su tela nel 1886. Le sue misure sono 38 x 46,5 cm. ed è conservato a Berlino nella Nationalgalerie.
Una marina in stile impressionistico (a macchie di colore in accostamento) ho voluto rappresentare con questo mio quadro. Il supporto è un ritaglio di scheda telefonica.
Quei puntini scuri che si vedono nel cielo e nel mare sono granelli non bene raffinati presenti nel colore blu oltremare.
È visibile sulla destra un lungo frammento di polvere rimasto imparentato con la pittura che ormai fa parte dell’opera stessa.
La polvere è una grande minaccia per i quadri in fase di realizzazione.
Talvolta colpiscono quadri molto più piccoli di quello di cui sopra, rovinandolo letteralmente.
Stefano Busonero: riproduzione delle scarpe di van Gogh
4b11, Scarpe (Van Gogh), anno 1997, olio, dim. 7 x 8 mm.
Una riproduzione microscopica del dipinto delle famose scarpe di Vincenti Van Gogh.
La pittura microscopica per essere realizzata deve essere praticata in un ambiente pulito, soprattutto dalla polvere che può trovarsi facilmente sulla scrivania (o banco da lavoro).
Bastano i soli movimenti delle braccia e delle mani ad alzare piccoli frammenti di polvere che, se investono il quadro in esecuzione ancora fresco, si depositano su di esso.
Si osservi il frammento di polvere bianchissimo sulla scarpa collocata a destra. Fortunatamente si è depositato a quadro asciutto ed è stato fotografato senza che me ne accorgessi.
Le scarpe di van Gogh al microscopio: la foto è ottima e spiega chiaramente i colori del grande artista (Van Gogh) che ho voluto riprodurre in questo mio micro dipinto’.
Ecco la marina detta “del Turchese” di Porto Santo Stefano. Busonero fa voluto esasperare la coloristica e creare delle variazioni un po’ … capricciose.
La foto, che non è delle migliori, non rende molto bene ciò che l’autore ha voluto raffigurare. La riproduzione fotografica di questo quadro è sfocata e non vengono rispettati né i chiaroscuri, né il suo reale cromatismo.
Comunque ho realizzato quadri assai più piccoli di quello in esame in questa pagina. Tempo fa dipinsi una marina dentro la cruna di un ago da sarto.
Questo quadro è molto piccolo e la foto non riesce a rappresentare la giusta tonalità ed i particolari con la dovuta chiarezza.
Fotografare oggetti microscopici è molto difficile figuriamoci un dipinto.
La fotografia ha falsificato anche i contrasti che risultano non proprio fedeli alla mia opera.
Questo quadro (Le due tahitiane al microscopio), visto dal vero ha tutto un altro significato.
L’opera originale
Sull’opera originale di Paul Gauguin: le “Due donne tahitiane” (altro nome dell’opera, ma molto meno conosciuto è “Seni con fiori rossi”), è un quadro autografo dell’artista eseguito nel 1889 con tecnica ad olio su tela. Il dipinto originale misura 94 x 73 cm. e si trova nel Metropolitan Museum di New York..