Il filone dei paesaggi marini notturni di Stefano Busonero
Mi capita di rado di essere attratto dalla realizzazione di un paesaggio marino “notturno”.
Qualche volta lo inizio dandogli un primo abbozzo poi lo lascio per lungo tempo incompiuto perché al solo guardarlo mi ripeto le solite frasi: “ma che c…o mi sono messo a fare!” “quasi quasi mi vien voglia di cancellarlo!”
Succede invece che un bel giorno, entrando nello studio, mi cade l’occhio su di esso e mi viene la voglia di portarlo a termine.
Mi accorgo così, non solo di provare delle gradevoli emozioni nel dipingerlo ma di scoprire nuove fantasie che vengono fuori dal loro stato latenti. Il divertimento pero dura pochissimo … e l’opera chissà? (Stefano Busonero)
Stefano Busonero: Paesaggio marino, olio, formato 5,5 x 8,5
Stefano Busonero: Alba all’Argentario, olio su tela, formato 20 x 30 cm.
Stefano Busonero: Effetti cromatici alla Pilarella, Capriccio (ma il sole, però, non sorge ad Est!): Alba alla Pilarella olio su tela, formato 20 x 30 cm.
Stefano Busonero: Mareggiata allo Sconcione olio su tela, formato 18 x 24 cm.
Mare calmo e raramente mare gonfio nei miei quadri
Io (Stefano Busonero) sono un consumato navigante che ha navigato su navi che facevano il giro del mondo. Sono stato in Alaska, in Argentina, in Africa, in Golfo Persico, in Scozia, in Giappone ed in tanti altri sconfinati posti.
Ho visto tanto mare in tempesta e qualche volta ho avuto davvero paura. Dipingere un mare in tempesta, per me significa richiamare i brutti momenti in cui ero letteralmente in preda agli effetti dei suoi cavalloni. Non sopportavo, infatti, gli sballottamenti ed i beccheggi della nave e quindi avevo spesso la nausea.
In quei momenti maledivo il giorno in cui decisi di iscrivermi al Nautico, una scuola che si trova anche nel mio piccolo paese.
Premesso questo, posso dire con tutta tranquillità che non mi piace dipingere il mare in tempesta. Qualche volta mi capita di vederne uno in un quadro ma il mio occhio si rifiuta di osservarlo per più di una manciata di secondi.
Il sentimento che provo osservando un dipinto con il mare agitato non so proprio come spiegarlo, anche perché provoca in me effetti che mi impediscono di ragionarci sopra.
W il mare calmo e tranquillo.
W la pittura che può fare miracoli, cioè trasformare il mare gonfio in mare calmo e tranquillo.
Stefano Busonero: Marina con barca in primo piano, olio, formato 5,5 x 8,5
Un mare in tempesta con un cielo volutamente terso e con sole a volontà per compensare il mio stato d’animo! Anche quelle vele in lontananza mi devono indicare la mancanza del pericolo.
Stefano Busonero: Lo Sconcione presso lo “Stronzo d’Orlando”, olio su tela, formato 18 x 24 cm.
Busonero: La Pilarella- Barche al molo, olio su tela, formato 18 x 24 cm.
Stefano Busonero: La Croce – barche alla banchina, olio su tela, formato 18 x 24 cm.
Un sogno di Stefano Busonero trasformato in pittura
I superstiti dell’aereo precipitato tra i ghiacci. Essi costruirono un fragile riparo contro la furia degli elementi, di notte il cielo stellato si rifletteva sulla landa di ghiaccio, ma , verso il mattino si levò la tempesta che oscurò le stelle.
Un turbine spazzò via l’accampamento di fortuna.
La mattina, un aereo sorvolò la zona, individuò i rottami semisepolti nella neve, ma i dispersi giacevano ormai in una tomba di ghiaccio.
Comunque la mia tecnica pittorica preferita è quella impiegata pe. la realizzazione dei quadri microscopici: tecnica della micropittura
I due eroi camminarono fianco a fianco per il mondo ed insieme affrontarono uomini e mostri, ma quando l’uno dei due fu ucciso, l’altro invocò Zeus di non lasciarlo solo ed il dio li trasformò entrambi in una costellazione di stelle.
Il quadro in esame è stato dipinto su supporto di scheda telefonica. La coloristica risulta molto calda, mentre il tema è l’amicizia, ma l’occhio è sempre pronto a spiare!
Il colore è luce, il colore è ombra, ma esso è anche bellezza!
Ancora un sogno di Busonero riportato su supporto pittorico.
Dalle grandi vetrate policrome la luce penetra proiettando sui possenti pilastri una larga banda cromatica.
Il cromatismo può rappresentare qualsiasi cosa! Qui rappresenta un mio sogno!
Il cromatismo entra nei nostri occhi. Ho voluto invece che succedesse il contrario: l’occhio non percepisce i colori ma li irraggia!
La mia passione rimane comunque la micropittura. I miei quadri microscopici sono visibili nella pagina le mie opere microscopiche, realizzate su supporti millimetrici, nonché dentro crune di aghi da sarto e sulla punta di aghi di siringa.
Nel mondo della pittura, cosa potrebbe essere più importante della coloristica? Io penso che non esista qualcosa che possa comunicare con forza le sensazioni al pari della coloristica.
Forse il disegno! Non credo!
Un disegno molto ben impostato ma colorato male è da buttare nel bidone della spazzatura. Accostamenti di colore ben calibrati, anche in un disegno eseguito da un bambino di tre anni, potrebbero fare un’opera d’arte!
Una fredda giornata all’Argentario non scoraggia gli amanti del mare.
La mia vera vena pittorica è la realizzazione di dipinti microscopici. La pagina che illustra la tecnica della micropittura la si raggiunge tramite il già menzionato link.
Stefano Busonero: Paesaggio marino con neve, olio, formato 5,5 x 8,5
Un quadro del 1987
Busonero: Pescherecci allo scalo Domizio, olio su tela, formato 50 x 70 cm.
Un quadro degli anni ottanta ricorretto con colori del 2007
Stefano Busonero: Mari e monti nell’immaginario, olio su tela, formato 50 x 70 cm.
Il logo del palio marinaro dell’Argentario realizzato nel 1999
Busonero: Il logo del palio marinaro dell’Argentario del 1999, olio su tela, formato 50 x 70 cm.
I miei dipinti hanno pressappoco tutti la stessa tematica con pochi elementi base che sono il mare, il cielo e le barche.
Le mie vedute sono spesso panoramiche con particolari volutamente “non curati”. Faccio leva soprattutto sul colore.
Al termine di una seduta pittorica mi sento soddisfatto quando un colore ben concepito e articolato sulla tela riesce a conferire valenze di realtà a fronte di un disegno trasandato.
Molto spesso provo ad enfatizzare l’incuria del tratto per vedere fino a che punto possa arrivare la forza del colore. Ogni volta una sorpresa! Il mio occhio gradisce più l’armonia del cromatismo che l’eleganza del disegno.
Come in tutti i campi, ognuno di noi talvolta cerca di uscire dalla propria routine, ed io mi ritrovo a colorare anche disegni molto lavorati con il risultato postumo di prendermi delle forti incazzature durante i periodi delle mostre.
Provo forti scoraggiamenti quando i visitatori – pur in forte minoranza – fanno paragoni tra un quadro e l’altro preferendo nettamente quelli con disegno fotografico.
La domanda di questi visitatori è quasi sempre la seguente: “Bello questo quadro! Costerà certamente di più degli altri!”. Ed io con tanta rabbia in corpo rispondo: “Costa poco meno della metà della generalità delle mie opere”.
Il cielo, che è una costante nelle mie opere pittoriche mi dà piena libertà di composizione, colore e prospettiva.
Stefano Busonero: Paesaggio marino con neve, olio, formato 5,5 x 8,5.
Mi piace moltissimo l’indefinito perché mette in moto nella nostra mente meccanismi fantastici.
Effetti di nebbia con colori forti e penetranti:
Valori cromatici di un paesaggio marino: rione la Croce, olio su tela, formato 18 x 24 cm.
Un raro fuori-tema: Cosa c’entra una natura morta in una pagina paesaggistica?
Stefano Busonero: Natura morta, olio su tela, 18 x 24 cm.
Un’enfatizzazione un po’ troppo marcata dei miei colori (un quadro distrutto)
Un capriccio cromatico: paesaggio marino, olio su tela, formato 20 x 30 cm.
Nella notte silenziosa, gravida di aspettativa, si ode un sibilo, un fragore improvviso si dilata in un turbine di colori e scintille che poi cominciano a ricadere come lacrime di fuoco.
L’esplosione cromatica contiene in sé anche il suo estinguente: le lacrime del pianto!
Un pianto gioioso e ricco di variazioni cromatiche: rossi, verdi, azzurri, gialli, violetti con al centro due grandi occhi, dipinto da Stefano Busonero che volle usarlo per il logo delle pagine di questo sito web.
In un universo capovolto mi sto librando con indosso una tuta da subacqueo in quello che dovrebbe essere il cielo, ed in effetti posso respirare liberamente.
Intorno a me, però, i giganteschi rettili acquatici svolgono agilissimi le loro spire, mentre alcune balene sostano sui dirupi delle montagne. Da queste essi traggono l’acqua loro necessaria.
È come se il mio “io” si fosse liberato dai vincoli materiali, raggiungendo una nuova dimensione. Dove dovrebbe esserci il mare, ci sono degli pterodattili che emettono fuoco dai becchi dentati.
Le evoluzioni che compio nello strano elemento in cui mi ritrovo mi caricano di energia. L’inconscio mi avverte di un imminente pericolo, volgendo lo sguardo verso il basso, scorgo un serpente in agguato.
A mano a mano che il terrore m’invade, il mio corpo si appesantisce, finché la morsa del panico mi fa rovinosamente precipitare verso il basso. La caduta è libera, terribile e senza fine.
Velocissimo il rettile mi precede, come una lancia scagliata da un bracco divino, poi si stabilizza, comincia a librarsi in lenti giri, come ad attendere una preda che non può sfuggirgli. Infine dopo un breve attimo in cui si arresta per verificare la mia traiettoria, si precipita verso il punto d’impatto.
Gli pterodattili si lanciano in direzione opposta, per sottrarre al gigantesco rettile la preda sperata. Finalmente, dalle insondabili profondità di quell’universo antifrastico, emerge una massa bianca e gelatinosa. In questa sostanza, a poco a poco, si delinea una pupilla, mentre l’occhio tutelare si avvicina a velocità incredibile, precedendo i predatori che si avventano nella mia direzione.
Quando l’occhio mi raggiunge, mi trovo immerso in una sostanza avvolgente e protettiva, mentre il serpente e gli pterodattili sfrangiano i contorni dell’occhio, lo superano e si scontrano annientandosi.