Sui morbidi colli toscani, l’antico borgo medievale si stende nel sole, sul poggio il lungo viale di cipressi conduce all’antico cimitero … un cavallo spettrale irrompe al galoppo seguito dalla torma di ombre dell’antica battaglia …
Se adesso osservo una mia opera pittorica provo una certa emozione. Quando domani la osserverò di nuovo sono certo che subentreranno altre emozioni …. del tutto diverse da quelle odierne. I quadri fanno questi scherzi! Le gamme cromatiche spesso ci dominano.
L’acqua scorreva in canali di pietre policrome e, illuminata dalla snervata luce filtrata dalle spesse vetrate, ne assumeva i colori e li riverberava sulle pareti della vasta sala.
Qui si aggiravano eteree creature di un altro mondo tra tintinnii di sistri.
La pittura permette un innumerevole volume di interpretazioni.
La stessa tonalità e lo stesso cromatismo di un’opera può far nascere in noi sensazioni del tutto diverse anche a distanza di pochi attimi.
Il quadro lo ho realizzato con tecnica a olio su scheda telefonica.
Espressioni pittoriche di Busonero in grande formato
I miei astratti
No! non li considero quadri astratti! Questi quadri rappresentano i miei stati d’animo più nascosti e sono parti delle mie espressività.
Ecco le mie espressioni in formato grande i cui supporti pittorici sono tele che vanno dai 30 x 40 cm. e raggiungono anche i 50 x 100. Li realizzo soltanto in momenti particolari e non sempre riesco a tirare fuori con vera espressività quello che ho dentro di me.
In queste mie opere predominano i colori forti, le paure del futuro, le indecisioni e le sensazioni di essere continuamente sotto le telecamere come nella registrazione di un film di perenne durata.
L’occhio che osserva è una vera costante delle mie tematiche emozionali ed espressive. Il colore puro viene scaraventato sulla tela o posato dolcemente a seconda dei miei stati d’animo: talvolta lo accarezzo con tenerezza in sfumature delicate e morbide, altre volte lo mortifico all’eccesso con pennelli rugosi e duri o con spatole spuntate. Il colore è quasi sempre puro.
Espressioni pittoriche di Busonero
26 – Mia figlia Pamela 35 x 50 cm.
27 – Esperienza, 40 x 50 cm.
28 – potenza del colore 40 x 50 cm.
1 – colore selvaggio 50 x 100 cm.
2 – tormento 50 x 100 cm.
3 – spesso ritornano 50 x 100 cm.
4 – la forza della purezza 45 x 60 cm.
5 – caos 30 x 40 cm.
6 – consapevolezza 30 x 40 cm.
7 – canto selvaggio 40 x 50 cm.
8 – sofferenza 30 x 40 cm.
9 – la verità 40 x 50 cm.
10 – commenti declassati 30 x 40 cm.
Canestro 35 x 50 cm.
Il cetaceo è a rischio 35 x 50 cm.
Potenza 35 x 50 cm.
12 – il freddo e il caldo 35 x 50 cm.
13 – il tempo 35 x 50 cm.
14 – il cammino 40 x 60 cm.
15 – il sogno rosso 35 x 50 cm.
16 – orgoglio ferito 45 x 60 cm.
17 il calo degli zuccheri 35 x 50 cm.
18 – la pazzia non ha limiti 35 x 50 cm.26 – esplosione cromatica
Dipingere paesaggi mi rilassa. Dipingere l’informale mi scarica. Realizzare l’astratto mi intenerisce. Raffigurare i fiori mi ossigena la mente. Eseguire marine mi affascina e mi fa naufragare … Dolcemente!!!!
Descrizione dei quadri
Il primo
021a5 Dominio
21) Il mio studio d’arte è molto piccolo ma ci sono dentro moltissime cose. Innanzitutto le mie opere che, essendo numerosissime, sono sparse per tutta la stanza, sulle pareti, in ogni angolo, giacenti sul pavimento, sugli scaffali, nei cassetti e moltissimi dentro le custodie dei CD.
Ieri, rovistando in un cassetto, mi è capitato in mano il quadro sopra raffigurato e, guardandolo non riuscivo a percepire l’emozione che a suo tempo registrai sul supporto di scheda telefonica.
Generalmente i protagonisti delle mie tematiche sono gli stati emozionali, gli attimi rubati nella quotidianità, figure fantasticamente elaborate con tocchi gestuali, esplosioni ed implosioni di gamme cromatiche.
Tutto questo non aveva nulla in comune con quel pennuto raffigurato nella scheda. Una inquietudine mi stava inondando in pieno! Come era possibile che quel quadro non riuscisse a riportarmi indietro nel tempo ed indirizzarmi a quel particolare stato d’animo? L’inquietudine saliva ed ormai ero completamente in balia di essa …. allora ho capito!
Secondo
022A5 Ere
22) Questa è la rielaborazione a livello conscio di un incubo subliminale: paleolitico medio, la lotta per la sopravvivenza è durissima. La vita difficilissima, questa volta non riesco a riconoscere la mia identità, ho solo l’autocoscienza e ragiono per immagini.
Ciò che segue deriva da ricordi figurativi, perché per quasi tutta la durata del sogno ero incapace di ragionare, non perché dominato dal panico, ma perché paura ma semplicemente perché ad un diverso stadio evolutivo.
Mi trovo all’ingresso di una grotta non illuminata, forse sto riposando. Ad un tratto un grosso rettile nero si avvicina e mi morde un gluteo senza farmi male, mi volto senza reagire, ne contemplo il corpo sinuoso, enorme, senza coda ed alla estremità opposta c’è un’altra testa, più grossa di quella le cui fauci mi hanno morso.
Guardo fuori e vedo un’immensa distesa verde, melmosa, nella quale enormi, lunghi vermi strisciano in tutte le direzioni lasciando tracce profonde. Un vento forte e gelido agita la palude verde creando onde lunghissime e dolci in sintonia con i movimenti dei vermi.
Il vento alimenta un piccolo incendio surreale, che sembra avere origine molto lontano, mentre è a pochissimi metri da me. Osservo l’incendio e, tra le fiamme, il cielo appare di un colore talmente intenso da confondersi con l’acqua, senza soluzione di continuità.
La distinzione tra cielo e mare è determinata dagli esseri che ci vivono, un cetaceo rosso è immerso per metà nella parte inferiore del cielo, che cielo non è e per metà in quel mare, che mare non è. Uccelli sembrano levarsi dal rosso dorso del cetaceo o dall’acqua, che, a sua volta, si trasforma in un altro cetaceo che, dibattendosi mi spruzza di liquidi gelidi ho i brividi, ma per il freddo, non per la paura, poiché accetto come naturale quel luogo sconcertante.
Improvvisamente torna la facoltà di ragionare ho coscienza di essere un essere umano, in un ambiente che mi è totalmente alieno ed avverto il mio crescente disagio.
Osservo il cetaceo rosso, comprendo che l’animale potrebbe essermi amico e proteggermi ma, adesso, razionalmente ne percepisco le difficoltà ed il pianto. in alto le fiamme rosso vivo si trasformano in piccoli cuori che s’innalzano verso il cielo.
Recepisco tali forme come simboli dei nostri tempi , estranei a questo contesto temporale, abbasso lo sguardo e, finalmente percepisco l’immagine amica dell’occhio che pone fine del mio incubo irradiando sentimenti di amore e riportandomi alla calma.
Il terzo
023A5 Confronto
23) Le gallerie d’arte! Accidenti! Le gallerie d’arte non vogliono appendere i miei quadri alle loro pareti a causa della loro “troppo piccola dimensione”. In effetti hanno ragione!
Un bel quadro deve essere goduto in pieno, soprattutto nei momenti di relax, seduto su un divano. Molte delle mie opere, per essere decifrate, hanno bisogno di una lente di ingrandimento, talvolta di un microscopio vero e proprio. Sono incazzatissimo! Sento invadermi da un impotente senso di essere il vero protagonista! Non riesco a far apprezzare le mie opere pittoriche e mi sento una preda che può essere annullata in qualsiasi momento.
Reagisco decidendo di andare avanti lo stesso! Quindi mi dirigo verso il mio studio d’arte con la speranza che la mia emozione non si tramuti in qualcos’altro, magari incontrando persone a cui non si può fare a meno di sfuggire dalle loro chiacchiere.
Come al solito eseguo una frettolosa scansione dei colori e, come al solito, non trovo il principale colore dell’incazzatura, cioè il rosso. Non importa, vado avanti lo stesso per non perdere l’emozione ma sento ormai che qualcosa di nuovo incomincia a risalire dalla parte più profonda della mia mente.
Sento il rumore dell’acqua di un ruscello che scorre tra i sassi, il riverbero del sole che si smaglia sulla mia pelle e sui massi …. mi sento come un piccolo essere dall’insolito colore che cerca di scaldarsi al sole… mi sveglio per un attimo e mi ritrovo a dipingere ….. dalle acque spumeggianti emerge il nemico di sempre, un essere strisciante! poco lontano qualcuno osserva, prudente, la scena.
Preda e predatore si fissano per un lungo istante, poi il collo della biscia saetta in avanti, afferra il piccolo essere ed improvvisamente si ritrae in preda a violente convulsioni …….. quell’innocuo essere è tale soltanto all’apparenza! Stefano ! Reagisci! Non ti scoraggiare! Vai avanti!
Quarto quadro
024A5 Metamorfosi
24) Come al solito, dopo aver dipinto un intero quadro senza il rosso, sento un bisogno viscerale di riportare sul supporto pittorico le calde gamme cromatiche, escludendo completamente i toni freddi.
Mi sento avvolgere dal silenzio di un fondale marino, la mia mente vi vaga armoniosamente, libera di spaziare. L’acqua, pur essendo fredda, trasmette un trasparente riverbero rosso fuoco.
Guardo intorno a me, perplesso osservatore passivo. Il liquido universo è in continua metamorfosi. Strani esseri che diffondono il liquido rosso che colora l’acqua mi superano, teneramente indifesi, tutto appare immateriale, immerso in una dimensione senza tempo.
Un numero mi martella incessantemente senza danneggiarmi. Il numero 4! Perché!
Il quinto
025A5 Metamorfosi
25) Mi trovo nel mio studio d’arte e sto avendo un momento di serenissimo relax leggendo la vita artistica di un grande pittore impressionista. Claude Monet, Impressionista degli Impressionisti, colui che ha creato la cattura dell’attimo emozionale fuggente. I suoi quadri mi caricano di energia, mi danno forza e mi incoraggiano.
Ho davanti a me le riproduzioni degli ultimi suoi quadri che raffigurano delle ninfee e sto godendomi uno spettacolo meraviglioso. Sento nascere dentro di me un qualcosa di indefinibile, come se fossi soggetto ad una strana metamorfosi.
In pieno corso di questa mia trasformazione, abbandono la lettura dando il via ad una composizione sul solito supporto plastificato di 5,5 x 8,5. Uso il verde il blu ed il giallo e …. anche un pizzico di rosso.
Ecco l’opera portata a termine: acqua con il suo fruscio e le sue trasparenze, ninfee, balene e tanto cibo per esse, il planton.
Sesto quadro
026A5 Meteore
26) Oggi sono stato a Roma a visitare i Musei Vaticani che mi hanno provocato un effetto alquanto negativo. Ritornato all’Argentario, mi sono diretto subito nel mio atelier con l’intenzione di distruggere alcuni miei lavori.
Molti sono passati in rassegna e ne ho trovati una ventina che mi irritavano la vista: gli occhi non riuscivano a rimanere ancorati ai soggetti in essi raffigurati e lo sguardo cercava di sfuggirvi.
Ho preso il pennello ed un tubetto di grigio di scarso valore e, dopo averlo aperto, l’ho quasi svuotato sulla tavolozza. Con pennellate piene di rabbia ho iniziato a coprire tutto il primo quadro con il colore, proponendomi di fare la stessa cosa con gli altri diciannove. Mentre facevo questo ….. più pensavo alle opere di Raffaello e Michelangelo, più cresceva a voglia di coprire 21 quadri, 22, 23 …. tutti ……. e poi ancora chiedere ai proprietari dei miei quadri di togliere quelle tele imbrattate dalle pareti dei loro salotti.
Mi sentivo colpire la mente da mille meteore e io ero lì impotente, a riceverle tutte. Queste avevano una forza distruttiva inimmaginabile. Arrivato all’impossibile ultima idea, quella di convincere i possessori delle mie opere, mi sono fermato istantaneamente e, allontanandomi dal quadro mi sono accorto di non fare la cosa più giusta e razionale.
Avrei dovuto invece tradurre in pittura il sentimento di rabbia che ormai era divenuto insopportabile. Un occhio confuso che osserva le mie opere con disgusto e perplessità!
Ecco la tematica del quadro: un occhio in preda alle forze dell’universo, che vede nero e riceve le più nefande materie della natura.
Il settimo
027A5 Il sole è spento
27) Sono passati alcuni giorni dalla visita ai musei vaticani ma sono ancora scosso da essi, sentendo, dentro di me, la completa impotenza espressiva. Non ho preso più il pennello in mano. Tutto è diventato nero!
Quella luce che illuminava costantemente la mia mente si è spenta, il mio sguardo è diventato assente: non ho più voglia di studiare a fondo le cose. Tutto diventa piatto e senza colore …. è come se il sole si fosse spento!
Riporto sul supporto plastificato la mia orribile sensazione e, dopo aver dato l’ultima pennellata non faccio quello di cui sono solito fare, cioè godermi per alcuni minuti l’opera portata a termine ….. No! chiudo il mio studio artistico e vado a fare una lunga passeggiata.
Ottavo dipinto
028A5 Vulcano innevato
28) La mia mente è fredda! Non riesce più a generare. Il vulcano espressivo dentro di me è inattivo …. coperto di neve ….. piange …..
La mia mente ha bisogno di essere soccorsa …. nuova materia e nuova forza vitale deve entrare direttamente nella mia centrale creativa ….. la mole poderosa del vulcano, con la sua debolezza, non domina più le tematiche, però qualcosa si sta muovendo.
Nei suoi fianchi si aprono solchi ampi e profondi e crateri minori, la cima è coperta di neve, che maschera il fuoco abissale, più in basso, al terreno brullo si sostituisce la foresta ed a questa i fertili terreni vulcanici, irrigati dalle abbondanti acque di fusione delle nevi.
Poi, la terra comincia a tremare, nubi sulfuree si innalzano dal monte , la neve si scioglie, ceneri e lapilli oscurano il sole, scende una notte innaturale, rischiarata solo dalle vampate delle esplosioni e dalle colate di lava incandescente che bruciano la foresta, devastano le zone coltivate.
Il gigante sopito si è risvegliato!Nascono nella stessa giornata quattro opere! …. e mi piacciono! Eccole qui appresso rappresentate!
Nono dipinto
029A5 Occhio
29) Il mio sguardo si dirige dappertutto, è penetrante e sveglio! L’occhio gira nella sua orbita in modo continuo e sistematico, cercando di portare all’archivio della mia mente tutte le sensazioni derivanti dal mondo esterno.
Un mondo popolato da miriadi di temi fluttuanti, vibranti, soggetti appartenenti alle più svariate specie vengono archiviati, cercano di fuggire per non essere catturati, li conquisto, li nutro, si moltiplicano, alcuni muoiono in un cosmo traslucido in cui la lotta per la vita è furibonda. Adesso la mia finestra è aperta e scruto il cosmo!
Decimo dipinto
030A5 Sogno
30) Un sogno …… quasi un incubo ….. ma pur sempre pittorico:
Il fiordo stretto, lungo, profondo e serpeggiante dalla costa penetra nell’entroterra tra ripide pareti rocciose e scure foreste.
Nelle valli profondamente erose dai ghiacci il mare è penetrato formando segrete insenature che proteggono gli insediamenti dai predoni che vengono dal mare. Lunghe navi eleganti si addentrano silenziosamente nel fiordo sconosciuto, mentre la notte sta per finire…quando il pallido sole primaverile fa scintillare le acque ne colpisce le vele …. un pastore le avvista dalle alture e si precipita verso il villaggio indifeso che si sta risvegliando, ma la razzia ha ormai avuto inizio.
Chi oppone resistenza è ucciso, gli altri sono ridotti in schiavitù, il bestiame e le poche cose di valore sono caricati sulle navi … quando il pastore giunge trafelato al villaggio alte fiamme si innalzano dalle capanne, il villaggio, la famiglia, gli amici, tutto è scomparso …. all’unico superstite non resta che radunare le proprie bestie ed addentrarsi verso l’interno , per chiedere asilo e portare l’allarme ad un villaggio che sorge più all’interno, nella speranza che i feroci razziatori non ne conoscano l’ubicazione.
L’effetto coloristico è il responsabile degli stati emozionali che hanno origine nella mente del fruitore. L’effetto coloristico suscita il movimento, l’armonia e l’eleganza in qualsiasi contesto pittorico. La variazione cromatica appaga in maniera inequivocabile chi la genera e chi la diffonde. L’effetto che dà il colore è un forte richiamo della Natura al pittore indeciso. Il cromatismo vero è Monet, Renoir, Pissarro e Sisley. L’effetto coloristico da vita alla Pittura. La variazione cromatica è … semplicemente …Arte.
Dieci miei dipinti
081A5 Solitudine
81) Come si può raffigurare una sensazione di solitudine? Una montagna ferma per tutto il resto del tempo……… un occhio che la osserva perennemente … e … Accidenti! Non riesco a dare staticità alla montagna, non riesco a fermare il movimento!
Non riesco nella staticità? Ne sono orgoglioso! Viva il movimento, Viva la compagnia. La solitudine non appartiene all’arte, perché la sola presenza dell’arte è vita! Arte uguale a vita, uguale a movimento.
082A5 Aviaria
82) Con l’aviaria, sembra che ci stiamo dirigendo vorticosamente, trascinati da forza centripeta, in un baratro senza fondo, ma l’occhio è sempre più vigile. L’uomo non sarà certamente sopraffatto dall’uccello. In fondo a quel baratro l’occhio umano attende tranquillamente che la bolla di sapone si rompa. – magari beccata da un uccello:
083A5 Colore
Altre opere
83) Colore e movimento. Dipingendo dal vivo, l’artista porta sulla tela la grande quantità di attimi che assume il soggetto nei vari momenti e nelle diverse sedute pittoriche. Prendendo a soggetto la persona, gli occhi non avranno mai la medesima espressione, il sorriso non darà mai al volto l’atteggiamento di un unico gesto, la luce riflessa nei capelli non sarà mai la stessa e, tutte le varie espressioni che il viso ha durante il corso della seduta, vengono raffigurate una volta in un organo ed una volta in un altro organo. Questo crea movimento. Il colore, appunto … è movimento.
084A5 Sculture
84) Molto spesso sento il bisogno di oltrepassare i limiti dell’ordine dell’armonia e della perfezione che è nella natura stessa. Per questo, talvolta mi ispiro da una “maniera” fatta di eleganza, equilibrio e sicurezza. Il proposito è buono, la volontà è ferrea, ma quando inizio a lavorare, la maniera equilibrata si esaurisce istantaneamente, l’eleganza non appartiene più alla mia ragione e, la sicurezza si perde nella testa, nel braccio, nella mano, nelle dita che stringono con forza il pennello, quasi a romperlo, e … mi accorgo di non dover pilotare i miei istinti … mi rilasso … getto la “maniera” … e prendo il volo!
085A5 Volti scolpiti
Altre opere
85) L’effetto coloristico ed il maestoso virtuosismo sono due grandezze che si sposano molto bene a cui molti artisti aspirano, ma talvolta possono formare una miscela esplosiva che potrebbe non gratificarli affatto. Queste, sono due grandezze che si alimentano a vicenda fino a raggiungere l’eccesso: il virtuosismo diventa artificiosità tecnica, mentre l’effetto cromatico diventa esasperazione espressiva. Una volta, questa esasperazione la definivano “espressività da belve feroci”. Quei pittori si chiamavano Fauves.
086 Cattura
86) A proposito di belve feroci, qualche tempo fa feci un simpatico sogno, naturalmente a colori. Figure di grossi animali si alternavano in un immenso spazio, tutto colorato. Il cromatismo era perfetto e le forme, pur appartenendo a simpatici mostri, erano molto eleganti. Cetacei che volavano, uccelli immensi che finivano nelle fauci di grossi animali, occhi che scrutavano l’orizzonte ininterrottamente e ….. in sottofondo una sinfonia di Beethoven. Ho provato a riportare il sogno sul supporto pittorico ma ecco cosa è uscito fuori!
087A5 Metamorfosi
Altre opere
87) I pittori appaiono spesso come persone eccentriche, dall’animo inquieto, talvolta scontrosi, depressi ed introversi. Tutto questo colpisce anche me ed i miei quadri subiscono consistenti metamorfosi: i colori diventano violenti, le forme diventano esplosive, lo spazio assume una drastica valenza.
088A5 Pianto antico
88) Quando la vena pittorica che è dentro di me diventa più forte, sento il bisogno di esprimermi. Spesso mi oriento verso l’estraniazione intellettualistica da tutto ciò che appartiene alla realtà: i miei mezzi diventano insoliti e l’artificio si esaurisce fino al suo completo annullamento. L’invalicabile della natura viene superato e la rappresentazione viene manifestata simbolicamente, permettendo alla trasfigurazione di lanciare messaggi metaforici. “L’albero a cui tendevi … né ti risveglia il sol”
089A5 Il gioco della Natura
89) La mia pittura, spesso rifiuta i linguaggi convenzionali, portandomi ad una trasposizione delle forme in contesti sempre più affrancati dal mondo reale e sempre più vincolati all’immagine interiore. Dipingere, a volte diventa un vero e proprio gioco con la natura.
090A5 Metamorfosi
90) Molto spesso mi accorgo traumaticamente di portare dentro di me inquietanti tendenze pittoriche, che si orientano verso l’appianamento delle tematiche comuni, enfatizzando l’asimmetria e la difformità, e, la parola d’ordine che gira violentemente nella mia testa diventa “ordine classico” …… ci provo …. ma …. quando vedo che ciò deve comportare l’abbandono delle mie espressività coloristiche, ritorno sui miei passi e …… sento assalirmi da una valanga di nuove sensazioni.
Pittura e emozioni: ciò che è indispensabile sapere per non annoiarsi nell’arte del dipingere.
Dipingere al di là della tecnica, col cuore e l’emozione
Pittura e emozioni: ogni dipinto ne dà più di una
Il quadro può descrivere tutte le sensazioni che uno scrittore riesce a raccontare con le parole. Non può succedere l’inverso!
La pittura ha una marcia in più che occorre cercarla in ogni momento e …. per sempre! Come cercarla? Da dove iniziare?
Iniziate a fare – senza auto-ossessionarvi troppo – questo esercizio: Prendete due o tre quadri dipinti da voi e, uno alla volta, metteteveli davanti agli occhi cercando di trovarci il lato emozionale.
Il vostro dipinto dà certamente un’emozione
Rifiutatevi di pensare che nei vostri dipinti non ci sia alcuna emozione. Questa – più o meno diversa in intensità e gusto – esiste in tutte le stesure pittoriche, da quelle di Leonardo a quella del più gretto imbrattatore di tele.
Il primo lancia messaggi chiari ed armoniosi mentre l’altro, messaggi confusi e disgustose sensazioni.
Il lato emozionale è comunque presente in entrambi gli “artisti” (artisti? :-). Nella pittura è necessario configurare un punto di collegamento tra ciò che “coloristicamente” inseriamo nella tela e il fruitore del dipinto finale. Certamente le sensazioni di quest’ultimo saranno diverse da quelle che il pittore provava nella realizzazione dell’opera, ma comunque esistenti. Raramente collimano.
Il fruitore, certamente, è la persona che osserva il dipinto. Può diventare fruitore anche l’artista stesso che, dopo un po’ di tempo, se le lo pone davanti agli occhi provando magari altri tipi di emozioni. Infatti non è detto che, nel caso in cui l’artista e l’osservatore siano la stessa persona, le sensazioni coincidano. Queste variano nel tempo e dipendono anche dai nostri stati d’animo, perciò tutto diventa ancora più complicato.
Osservare razionalmente e fruire inconsciamente
Fatta la lunga premessa veniamo al dunque: il fruitore osserva le scene del vostro dipinto e “vede” figure, caseggiati, montagne, cieli ed altro. Vede la parte esteriore del vostro lavoro, ma “sente” inconsciamente messaggi derivanti dalla coloristica in una maniera che noi non ne conosciamo il meccanismo. Quest’ultimo ci è comune dai tempi delle nostre origini: un linguaggio comune a tutti, ma che varia con il nostro stato d’animo. La persona che osserva il quadro può essere di tutti i tipi, tra i quali esisterà certamente quella colta nel pensiero ma grezza nelle sensazioni, e quella del perfetto ignorante ma di animo sensibile.
Concludendo
A cosa volevo arrivare?
Come già riportato negli articoli di questo corso di Pittura, il dipinto passa per gli occhi ma arriva direttamente al cuore dell’uomo. La gente usa gli occhi per portare i messaggi al cuore. Il pittore usa gli occhi per fissare i messaggi del suo cuore sulla tela …….. che non corrisponderanno mai a quelli del fruitore ….. anche se questi – più tardi – è lo stesso artista che li ebbe eseguiti.