Lo stereotipo nella pittura: una consueta composizione

Lo stereotipo nella pittura è sempre in agguato per rovinarci l’opera?

Dipingere ciò che sta davanti a noi significa riportare sulla tela tutto quello che percepiamo dall’attenta osservazione del soggetto (paesaggio, ritratto, natura morta o altro), linee, coloristica ed emozioni.

Ci accorgiamo spesso, invece, che inseriamo nel contesto pittorico alcuni elementi che non provengono dalla percezione esterna ma dall’interno della nostra mente. Questi elementi, talvolta infantili, vengono accettati dal nostro dal nostro sistema di supervisione e si intromettono violentemente nel nostro lavoro. Gli stereotipi riescono sempre ad avere la meglio!

Una domanda: “È possibile eliminarli completamente?”

La risposta è si! Con una buona ispezione in tutte le zone della tela, e, magari, con l’aiuto di un occhio vigile di un amico o un famigliare, si possono individuare tutti gli infantilismi contenuti nella composizione e quindi fare in modo che vengano eliminati. Dopo questa radicale ripulitura avremo un quadro che rispecchia completamente la realtà!

Dove sta il tranello?

  • Quel quadro andrebbe gettato nel cestino!
  • Quel quadro non ha più la vostra paternità!
  • Quel quadro non lancia messaggi!
  • Quel quadro vi ha procurato un inutile perdita di tempo … anzi una distruttiva perdita di tempo!

Tenetevi ben stretti i vostri stereotipi: non gettateli via ma sviluppateli perché la loro ragnatela strutturale (ogni stereotipo di base prende diverse direzioni), nella parte più profonda della vostra mente, ha l’eleganza della spontaneità e della freschezza, e sarà il marchio della vostra caratteristica e quindi la vostra firma.

Naturalmente, come spesso mi sono raccomandato nelle pagine del corso di pittura, siate equilibrati anche in questo campo: non esagerate!

Sviluppate i vostri stereotipi! Svilupparli significa anche integrarli equilibratamente con le percezioni derivanti dalla natura.