Il sogno che Stefano Busonero ha voluto rappresentare in questo articolatissimo dipinto: una esplosione cromatica!
La bomba esplose nella magnifica laguna, milioni di metri cubi di acqua e coralli si sollevarono in una colonna spaventosa nel fungo atomico.
Anni dopo, nella laguna devastata comparvero forme mostruose che infestarono anche il mare, portando morte nelle terre che toccavano nella loro inarrestabile migrazione.
Questo è soltanto un gioco cromatico che non può fare altro che dilettarmi.
La mia vera passione artistica è la micropittura, di cui descrivo una breve panoramica: tecnica della micropittura
In una zona vulcanica il riverbero delle esplosioni crea la surreale illusione di un’aurora boreale.
La colata lavica dilaga ovunque ed attraversa la mia proiezione senza danneggiarla. Intanto l’occhio della natura osserva la scena infondendo la consapevolezza di una ineluttabilità naturale che travalica le esigenze degli individui. Le ere del mondo esigono catastrofiche metamorfosi.
Sembrerebbe che il pessimismo abbia la meglio sulle mie idee pittoriche. Non è cosi! Io dipingo però sempre con tanta serenità e le sensazioni che provo nella realizzazione di ogni tipo di quadro sono sempre meravigliose.
Una metamorfosi coloristica riesce spesso a farmi entrare in un mondo eccezionale. (Stefano Busonero).
I naviganti approdarono all’isola dopo lungo vagare nel mare in tempesta, e cercarono l’acqua.
Dalla fonte sgorgava uno strano fluido che, pur scorrendo lungo il declivio come acqua, non era mai limpido nei tratti dove il pendio era poco pronunciato . Assomigliava, quanto a consistenza, ad una sostanza gelatinosa, amorfa, ma dove precipitava a cascata assumeva un’apparenza diafana.
Nel suo fluire presentava varie iridescenze violette, come di seta cangiante.
Il liquido pareva formato da tante vene separate, immiscibili, di colorazione differente, anche se la coesione tra l’una e l’altra era perfetta. Immergendovi la lama di un coltello, il liquido vi si richiudeva sopra e, ritirandola, ogni traccia della sua presenza scompariva. Gli abitanti dell’isola erano immortali: quella era l’ambrosia degli dei!
Il colore blu è meraviglioso! Nei miei quadri faccio di esso un larghissimo impiego.
Preferisco comunque il blu oltremare ed il blu cyan. Il rosso ed il giallo, colori indispensabili al pittore mi danno altri tipi di emozione, che non riesco a paragonare a quelli del colore blu.
033a5 il mondo è nudo, tecnica ad olio, formato 5,5 x 8,5
La vitalità dei cabaret della Belle Epoque, le scattanti immagini in movimento, i volti sorpresi nel mezzo di una conversazione, il roteare furioso delle gonne nel travolgente can–can, la figura equivoca della ballerina in precario equilibrio tra spettacolo e prostituzione, l’apache che vive tra cabaret e protezione di donnine compiacenti, i divani delle case d’appuntamento, i corpi nudi inarcati nella danza e le luci che li colorano, una vita effimera, turbinosa che la vampa della guerra ha incenerito per sempre.
Ma non sempre è così!
Una mia opera pittorica realizzata con forti colori dello sfondo. La tonalità è rossa e molto accesa.
Il quadro è stato dipinto con colori a olio su una scheda telefonica di cui si vede il pezzo mancante. Una volta, molto tempo fa, quando si iniziava una scheda telefonica bisognava strappare un piccolo angoletto.
Il cetaceo ferito dal rampone s’immerge nelle acque cercando salvezza, ma la scia insanguinata e la debolezza ne fanno una fragile preda ed i predoni dell’oceano si precipitano e ne segnano inesorabilmente il destino.
Questa di cui sopra non è certamente la spiegazione di un quadro ma la pura fantasia in random di turno nella mia mente, trasfigurabile nel tempo. Il bello della pittura è proprio questo!
Pittura! Amo la Pittura. Amo anche il disegno. Un po’ meno i corsi di disegno. e neanche i cervellotici corsi di pittura. Il disegno è armonia che nasce dall’anima. La pittura è espressione che nasce dallo spirito. Le mie emozioni, io le riporto sulla tela allo stato puro!!!!! L’eleganza e la goffaggine delle mie immagini mi caratterizzano. Non permetto in nessuna maniera che tutto ciò, venga inquinato da altri!. Lezioni di pittura e corsi di disegno migliorano la tecnica, non i colori e l’eleganza!
Stefano Busonero: Vivremo
61) Ho provato diverse volte a mettermi nei panni di una balena in preda agli scempi dell’uomo. Immancabilmente ho avvertito mancanza di ossigeno, impotenza ed una imperante rabbia interna, che può essere soltanto paragonata a quella di un vulcano, pronto per l’eruzione. Mi domando perché l’uomo ce l’abbia così tanto con le balene!
Come posso raffigurare, con i mezzi della pittura, queste particolari emozioni? Ci provo! Colori alla mano, pennelli a disposizione, trementina pronta all’uso, stracci puliti ed a portata di mano, olio di lino mescolato con i miei additivi, e …… immediatamente all’opera per non scemare la carica emozionale.
Mi immergo nel mio mondo e dipingo! Le balene sofferenti, l’acqua che progressivamente le viene a mancare, la rabbia e l’eruzione vulcanica che sta uscendo dalla mia anima, il mio occhio disperato, impotente e piangente che osserva la scena. Quando ho portato a termine il quadro, mi alzo, gli volto le spalle ed esco dal mio atelier. Per il resto del giorno non entro. Ho paura di distruggerlo! Il giorno dopo gli do il titolo: “Vivremo!” La parola d’ordine è Amare la Pittura e amare il Disegno.
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Busonero: Il pianto infuocato
62) Mi trovo nel mio studio di pittura e sono in difficoltà a causa delle scarse idee. Sembra che la mia mente si sia svuotata improvvisamente. Ho una forte voglia di dipingere ma non ho nessuna ispirazione. Esco dallo studio e sosto davanti alla porta, con la speranza di entrare in un’altra dimensione. Incontro con il mio sguardo un cane, che sta allegramente venendo verso di me. Mi si avvicina, lo accarezzo e mi sento osservare da due occhi pieni di significato. Guardo attentamente quegli occhi e, improvvisamente sono pervaso da una strana sensazione: sento di entrare in contatto con i suoi sentimenti. Sto provando emozioni a me sconosciute. Mi sento invaso da un qualcosa come la tristezza, ma tristezza non è.
Ritorno da osservare meglio quegli occhi, cercando di penetrarci ancora più a fondo. I nostri sguardi si fanno sempre più intensi, tanto che, di colpo capisco la sofferenza ed il bisogno d’affetto dell’animale. Sento una voce che chiama “Dick!”, il cane sussulta, distoglie lo sguardo e si precipita verso il suo padrone. Rimango ancora per qualche secondo in quella irreale dimensione, mi affretto verso il cassetto dei colori, afferro il blu oltremare, il giallo di cadmio, il nero, il bianco, il carminio e, senza accorgermene mi trovo già all’opera.
Il quadro sta prendendo le sue forme, il pennello scorre sul supporto come indipendente da ogni mio razionale controllo, soltanto la mia gestualità, comandata dall’emozione del momento, riesce a dettare le condizioni che portano alla realizzazione dei chiaroscuri. Un attimo, e l’opera è finita. Guardo fuori dalla porta ed è già buio! Squilla il cellulare e dall’altra parte sento Danila che mi rimprovera il forte ritardo. Guardo l’orologio e dico “Mamma mia! Quanto è tardi”.
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Stefano Busonero: Energia esplosiva
63) Ho la pancetta! Accidenti! Salvo rare eccezioni, non faccio mai colazione al Bar. Il classico cappuccino con la brioches è una carica esplosiva di calorie: energia nel latte, energia nella brioches, energia nello zucchero del caffè e del cappuccino (che per essere buono ne richiede due cucchiaini). Nonostante ne stia lontano, il mio problema rimane la pancetta. Ma li desidero! La mattina, sarebbe una cosa meravigliosa deliziarmene!
Busonero: La paura non ha limiti
64) Sono nipote di un ex macellaio. Da piccolo ero solito frequentare il mattatoio del mio paese (Porto Santo Stefano). Vidi uccidere un maiale. Mi rimase impressa la sensazione ultima dell’animale, cosciente che stava per essere ucciso. Non riuscirò mai a dimenticare l’espressione di quell’occhio che sembrava umano. Amare la pittura e amare il disegno.
Stefano Busonero: I poli si squagliano e l’uomo è nudo
65) L’effetto serra! Due parole che sono spesso di attualità e che sono entrate prepotentemente nelle nostre quotidiane conversazioni. Gli accordi internazionali, una volta per colpa di una nazione ed una volta per colpa di un’altra nazione, non riescono a decollare ed intanto i poli si squagliano, mentre l’uomo è sempre più impotente, nudo e può soltanto rimanere a guardare … esterrefatto. Il mondo poi, non è così grande!
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Busonero: Siamo spiati
66) Siamo nell’epoca del grande fratello. Con l’avvento delle nuove tecnologie siamo spiati ventiquattro ore su ventiquattro. Le telecamere per le vie cittadine, gli autovelox vigliaccamente installati – esclusivamente per fare cassa e nei punti più sicuri dove gli automobilisti danno l’accelerata fatale – gli stessi cellulari di cui ormai non possiamo farne a meno. Una rete che ci intramaglia e che mina la nostra privacy. quell’occhio me lo vedo sempre davanti!
Stefano Busonero: Pensiero
67) Mi sento giù di morale ma riesco a vincere lo stato di sbandamento psichico e mi preparo a dipingere. Sono pensieroso e le immagini si accavallano nella mia mente che sembra impotente ad ogni impulso creativo, padre di tutte le variazioni coloristiche. Penso un uccello e vedo un uomo a cavallo, penso una barca e vedo un vigneto, penso il mare e vedo sassi che rotolano giù da una montagna che con forza colpiscono la mia testa. I colori si mescolano e tutto diventa confuso.
Il colore reale che riporto sul supporto incomincia a dare forma a quell’insieme confuso che mi gira dentro la testa; cerco di riportarli sulla tela senza l’ausilio della ragione ed i pennelli stendono la pigmentazione con forte espressività.
Dovrei correggere alcune imperfezioni ma non lo faccio: voglio riportare sul supporto pittorico l’emozione allo stato puro ed un attimo di indecisione potrebbe rovinarmi l’opera che sta nascendo “da sola”. Ho perso la percezione del tempo ed il contatto con il mondo esterno. In questo momento esisto soltanto io ed il colore. Smetto di pensare e mi domando il perché! Il quadro è terminato!
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Busonero: Ormai
68) Sto dipingendo un paesaggio irreale con tonalità che insolitamente si trovano nelle mie opere. Sono assorto nella pittura e non mi accorgo della metamorfosi che sta subendo il mio corpo. Nell’attimo di pausa, un’amara sensazione mi sconvolge la mente. Oggi non fa particolarmente freddo ma il mio corpo sta tremando come una foglia, i miei denti battono con ritmata frequenza e sento una serie di brividi che provengono da dentro. Senza rendermi conto di aver davanti un quadro portato a termine, lascio tutto il materiale e l’attrezzatura sul banco di lavoro e me ne vado a casa.
Mi metto immediatamente sotto le lenzuola continuando a tremare per una intera mezz’ora. Mi misuro la febbre e ……. leggendo il termometro dico: “Ormai ce l’ho in c.!” Passano tre giorni e ritorno nel mio studio d’arte con l’intenzione di rifinire il quadro. Inserisco in esso il titolo “Ormai!” Guardo i pennelli e li vedo sporchi di pittura in avanzato stato di essiccazione. Li prendo in mano li osservo bene ma non dico “Ormai!”. No li voglio recuperare! Prendo il vaso con dentro la trementina, lo apro ci metto i tre pennelli e lo tappo di nuovo ermeticamente. Fra qualche giorno i pennelli torneranno a lavorare come per magia.
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Stefano Busonero: Ma cosa ne sappiamo noi!
69) Il verde può essere accostato al rosso senza essere sconfitto? No! Il verde non può avere vita con la presenza del rosso! Mai! Niente paura! Non mi riferisco all’accostamento cromatico, che a seconda del gusto, può assumere miriadi di risultati, dal più infelice a quello più bello ed elegante. Ne sanno qualcosa i pittori coloristici! Mamma mia, quante domande farei se mi trovassi di fronte il grande Impressionista Monet! I suoi quadri mi emozionano e colpiscono in modo diretto la parte più sensibile della mia mente. Piansi davanti alla sua Promenade.
Busonero: Fuochi o scherzi?
70) Osservate bene cosa succede al verde quando gli viene accostato il rosso. Il fuoco non scherza mai!
L’astrattismo mi rende felice ed allegro. La pittura astratta allieta tutte le mie giornate. Tutto diventa bello e mutevole nella pittura astratta. L’astrattismo mi rapisce, affascina, mi alimenta, mi rafforza. La pittura astratta è una continua metamorfosi di forme e di colori.
011a5-animali
11) Quante volte mi sono domandato perché un animale non possa vivere nell’acqua! La risposta è sempre la solita: “la mancanza di atmosfera”. Come dovrebbe agire nell’acqua un cane, un gatto un uccello? Mi metto comodamente seduto, medito ed attendo la risposta che non sempre viene puntualmente. Smetto di pensare, mi alzo, lascio il mio studio d’arte e vado a fare una passeggiata ma … la mia mente ormai rimane legata a quella configurazione. Passano soltanto cinque minuti e ritorno in studio, tiro fuori i colori, preparo la tavolozza con gradazioni molto delicate ed inizio a dipingere.
Ma cosa? Sento che una collera profonda mi sta investendo furiosamente, quindi scaravento il pennello verso l’angolo alla mia destra, mi impregno le dita di colore ed inizio a manipolare sul piccolo supporto. La composizione incomincia a prendere forza e, mano a mano che i chiaro-scuri generano le figure volute, termina la mia rabbia. Dimentico l’ambiente che mi circonda e mi immergo nell’acqua insieme ai nascenti animali. Portata a termine l’opera, mi accorgo di avere ben stretto nella mano lo stesso pennello che avevo scagliato lontano da me. Come sia potuto ritornare nella mia mano con lo saprò mai. Il quadro è pronto, è nata la marina, una marina che si osserva dal suo interno: un paesaggio marino ideale!
012A5 Cara Italia
12) L’opera d’arte è una delle cose più belle che l’uomo possa fare! Un quadro, una scultura, la creazione di una qualsiasi composizione, rappresentata nei più svariati linguaggi espressivi, crea in noi emozioni diverse. Il colore è la forma espressiva che più mi eccita. Ad esempio il nostro tricolore! Soltanto a pensarlo, lo sento penetrare direttamente nella mia anima, lo ascolto intensamente e mi accorgo che mi rende più forte. Esso apre le porte della mia mente verso l’esterno rendendola più comunicativa. Il flusso uscente diviene talmente grande che mi fa dolcemente naufragare e, quando la dolce tempesta è passata, mi trovo davanti ad un’opera che non finisce mai di eccitarmi.
013A5 Il passero
13) Il passero è il protagonista di questa mia opera. No! Non è quello che si vede raffigurato in primo piano!
Il mio studio d’arte (mia moglie lo chiama atelier!) è vivo! Non esiste una cosa che abbia il suo posto ben definito, non esiste l’ordine: i pennelli, i colori, gli oli, le trementine e tutto l’armamentario cambia ubicazione a seconda delle mie emozioni. Il movimento è vita! Il mio studio artistico voglio vederlo disordinato! Quando dipingo con molta eccitazione, sono un fiume in piena e non mi accorgo dove ripongo gli strumenti che mi passano tra le mani. Quando li ricerco, sempre sotto l’effetto emozionale, li ritrovo con grandissima naturalezza e porto a termine l’opera senza nessuna interruzione. Ho provato con questo lavoro, a riprodurre l’emozione di ritrovare con naturalezza le cose nascondendo un passero. Sono certo che sarà per voi molto difficile trovarlo girovagando con razionalità nell’interno del quadro! Provate invece ad essere investiti emotivamente in pieno dall’intera forma compositiva!
014A5 Metamorfosi
14) La metamorfosi di forma, di colore , di sentimento è la caratteristica principale delle mie opere. La metamorfosi è sempre presente. Il mondo esterno è costantemente in piena trasformazione: talvolta amiamo queste trasformazioni talvolta le odiamo ….. questo non dipende soltanto dalla qualità di esse! Molto spesso sappiamo trasformarle noi con il nostro variabile temperamento.
Spesso nella mia mente, una sola emozione assume dieci, cento, mille sapori, ed è come un ciclone che lavora in essa con forza, girando vorticosamente e preparandosi all’esplosione finale. Il risultato è sempre esplosivo: detriti, forme acquose, emozioni ansie paure che vengono espulse violentemente all’esterno della mia mente. Il pennello è il veicolo assoluto e, ogni volta che tocca il supporto emette forti vibrazioni. L’opera d’arte cresce con violenza dal centro alle sue periferie. Un occhio crea, l’altro osserva! Il calmo paesaggio marino si trasforma in una marea che, al suo passaggio, mi scarica e mi rende felice.
015A5 Salviamo le Balene
15) La Balena! La balena è un soggetto molto spesso raffigurato nelle mie opere. La balena è un’opera d’arte già prima di essere riportata sulla tela. Le sue titaniche forme hanno il pregio della bellezza e dell’eleganza. Tutto il corpo della balena è armonia: ogni suo movimento è accompagnato da miriadi di altri aggraziatissimi movimenti. Nei miei quadri, essa viene raffigurata sempre in atteggiamenti di sofferenza e con colori non inerenti alla realtà. L’uomo deve smettere di catturarla!
016A5 Pace e tentazione
16) Sono in una piccola casa di campagna in cui regna un disordine creativo, quello in cui ogni cosa trova spontaneamente una collocazione funzionale, l’aria fresca e frizzante è un fluido vitale. Vicino a me ci sono due creature solo apparentemente in antitesi, in realtà complementari poiché costituiscono l’essenza stessa della vita: la colomba ed il serpente, pace e tentazione, ma anche la fiducia metafisica e la razionalità analizzatrice e dirimente che osservano insieme il mondo perché io possa affermare: “homo sum: humani nihil a me alienum puto” mentre la natura osserva , avvolge, protegge.
017A5 Cuori
17) Giornata molto dura oggi! Il colore non riesce a stimolarmi. Non lo sento e sono sordo ad ogni fonte emozionale sprigionata dal colore. I toni colpiscono il mio occhio che rimane immobile, fisso, e capisco che non riesce ad indirizzare nessuna vibrazione alla mia mente. La razionalità è staccata nettamente dal sentimento ed il sentimento non riesce ad avere rapporti con il cuore. Tutto dentro di me è statico. Provo a dare forza al blu ….. niente! Provo ad arricchire le tonalità tendenti al giallo ….. niente! Focalizzo il rosso nella zona aurea del supporto …… finalmente sento che le mie pulsazioni aumentano, la mia mente si riscalda, il respiro diventa più profondo …… sento che l’emozione sale …. il quadro nascerà …. e sarà vivo!
018A5 Little Bang
18) Ho voluto creare l’impossibile! Il mondo è nato dalla grande esplosione, che tutt’ora è in atto nell’universo e che continua ad espandersi a velocità incredibile in un tempo con infinite configurazioni. Il voler abbracciare questa esplosione, con il solo pensiero, mi fa naufragare e mi fa sentire angosciosamente solo. Fuggo immediatamente da questa sensazione di impotente solitudine …. prendo il pennello, i colori, il supporto plastificato e cerco di descrivere con il mio linguaggio espressivo la toccante emozione. Quando riguardo l’opera terminata mi accorgo di aver amplificato lo smarrimento, la desolazione, la solitudine! la montagna ha partorito il topolino!
019A5 Viva l’acqua
19) Il paesaggio marino, la marina tipica ed in genere l’acqua allo stato puro, sono già opere d’arte. L’acqua mi affascina e mi rilassa. Mentre cerco di raffigurarla nella tela, sento il suo gradevole suono che arricchisce la mi fantasia entrando in armonia con il cromatismo coloristico. Un crescendo in una sinfonia. fatta di suoni e di colori, mi accompagna per tutto il tempo. Cerco di immaginare il mare sopra la montagna e automaticamente lo sento scorrere con dolcezza …… mi fermo, l’ascolto mi faccio inondare, riprendo a dipingere con gestualità spontanee e nasce un’opera che registra un altra la mia emozione!
020A5 Notte dei tempi
20) Continuando a parlare di acqua posso affermare che, se non evaporasse, sarebbe un ottimo pigmento. La inserirei in tutte le mie opere senza tanto pensarci. Delle marine io preferisco la loro profondità. Una profondità non intesa in senso prospettico ma in senso fluido. Nei miei quadri cerco sempre di impegnarmi per dare corpo alla profondità marina…… dargli quella giusta forza emozionale che mi fa sentire avvolto da essa ….. sentire la corrente marina che mi colpisce…. vedere le forme che si perdono e si trasformano allontanandosi, sentirne il freddo …… Mi sveglio e ….. il quadro è portato a termine. Chi l’ha realizzato?
Il sogno riguarda l’Argentario, è tremendamente brutto ed assai difficile da descrivere, perciò proverò a raccontarlo con le mie raffigurazioni pittoriche entrando subito nel dunque.
Il mio brutto sogno riportato in pittura
Sogno, sapendo di sognare: il mio paese, Porto S. Stefano, è avvolto da una calma assoluta e da un silenzio irreale ed inquietante. Mi trovo nella piazza del paese ed osservo il mare in lontananza, con le barche a vela. La distesa delle acque è quasi immobile, si respira un’aria greve che mozza il respiro. Quando torno a guardare il mare, le acque sono sconvolte.
193 b6 preludio
Fuggo e con una corsa affannosa raggiungo il porto: lo spettacolo è sconvolgente: il cielo è percorso da nubi infuocate e cadono schegge grosse come palazzi, i pescherecci sono minacciati dal fuoco e dal mare emergono creature allucinanti e mostruose.
194 b6 calma
In preda al terrore perdo ogni capacità di raziocinio, ritorno nella piazza principale e trovo uno spettacolo terrificante: le case della Pilarella esplodono, mentre, contro il cielo tempestoso, si profilano figure mostruose
203 b6 evento
Volgo lo sguardo nella direzione opposta e scorgo che un enorme, mostruoso animale divora la fortezza spagnola, tra bagliori, fiamme , boati , il calore è insopportabile.
212 b6 sgomentoPorto Santo Stefano sognato in fiamme
Il calore pervade il mio corpo, mi arde, dirigo lo sguardo verso il rione della Croce dove fiamme alte decine e decine di metri devastano le costruzioni ormai ridotte a scheletri roventi, in lontananza esplosioni terribili scuotono la terra e bagliori infernali illuminano il campanile.
Altri dipinti del sogno
223-b6-cosa-e
Il mare in tempesta assume colori verdi e gialli, le barche stanno per affondare e le navi che prendono fuoco.
218 b6 calamità
Cerco scampo verso la campagna, ma sono bloccato da esplosioni e fiamme ………
219 b6 evento
Esco correndo dal paese ma mi si presentano scene ancora più irreali e spaventose …… il mare del Pozzarello mi terrorizza!.
221 b6 bisogno
Salgo su una barca a vela e, tra le onde immani, cerco scampo verso Telamone, ma un grosso cetaceo mi viene incontro e mi costringe a tornare verso riva.
142A5 Il senso del calore
Ritorno a Porto S. Stefano ormai devastata dalle fiamme ……. mi sveglio e ………..
220 b6 vita
provo ad immaginare la vita che verrà …………… eccola
Il colore è forza, potenza e soprattutto bellezza. Esso è la migliore forma di espressione. Il colore mi strappa lacrime di gioia. Il cromatismo stimola le emozioni. La variazione cromatica mi avvince. W il colore.
La potenza di un soffio
1) Uno struggente bisogno di riportare sulla scheda la sensazione provata, una grande paura di perdere per strada questa emozione! Il frutto informale ed astratto si sta formando sul supporto ed acquista sempre più forza, fino ad uscirne prepotentemente fuori dopo aver squarciato le protezioni con una ventata potente e rumorosa. L’emozione si tramuta in opera d’arte, l’opera d’arte emette un suono ….. questa volta gradevole! Per chi non l’avesse capito … è un potente suono corporale.
Pitture impossibili
Ere
2) La mia avventura pittorica è parallela al mio stato emotivo. Quando dipingo non ragiono: le mie emozioni guidano la mia mano, i tocchi e le gestualità diventano sempre più spontanei, la mia mente si perde nell’universo, incontra l’infinito e, naufragandovi in pieno, perde il senso del tempo. Gli accostamenti di colore diventano più contrastanti, le forme si perdono, sale l’astratto e, l’informale incombe, il rosso vuole predominare sull’azzurro ma il giallo li sovrasta. Arrivando alla primordialità, sono felice e spensierato.
Metamorfosi
3) L’occhio è il principale protagonista delle mie opere. Mi segue ovunque, mi fa compagnia, mi consiglia e mi conforta nei momenti più difficili. Esso rende caratteristici miei lavori. Ogni mio quadro subisce una metamorfosi visiva e strutturale a seconda delle mie emozioni. Anche l’osservatore esterno percepisce tale metamorfosi e vede, in momenti diversi, forme diverse. L’arte informale si controlla da sola. Le forme astratte diventano reali per poi riperdersi nel nulla ...
Altri quadri
Volti
4) Un leggero cromatismo creato dalla fantasia guidata da una misteriosa onda elettromagnetica che agisce in modo ininterrotto nella mia mente. Questa onda elettromagnetica è la linfa vitale della mia anima, è la vita, è il colore. Il volto prende forma poi si perde nell’informale, si inverte, si divide in tanti volti per farne uno grande e rovesciato. La materia astratta diventa solida e penetrante….. ma non ho paura nonostante che l’esplosione del cromatismo colpisca in pieno il mio occhio. Scaricate la foto e capovolgetela!
Occhi che non guardano
Un pensiero prende forma nella mia mente, mi scuote, mi incita, mi infuoca! Prendo il pennello, cerco i colori più vivi ma mentre faccio questa semplice operazione l’emozione sparisce! Attendo che ritorni a farsi viva …. non ritorna …. attendo….. mi metto seduto e penso Un occhio mi si spegne, l’altro diventa più vivo: uno guarda, l’altro osserva. Un’onda gigantesca mi travolge ed ecco che nasce l’opera: un paesaggio marino, una gigantesca onda marina dolce e delicata …. e gli occhi vi naufragano come sotto un morbido ed umido manto.
Contrasti
Contrasti
6) Preparo frettolosamente i colori, le mie mani scivolano nervose nel cassetto che li contiene. Continuo a cercare …. il rosso di cadmio …. il carminio …. non li trovo! Diventa grande l’emozione ansiosa …. diventa sempre più piccola l’emozione da riportare sul supporto e, …… purtroppo non trovo nessun tipo di rosso. Non voglio far sparire il soggetto, ancora con un briciolo di decifrabilità nella mia mente e prendo a caso una manciata di tubetti colorati …. li stappo frettolosamente facendo uscire il colore.
Finalmente riesco a stendere sul supporto la mia emozione che ormai si stava esaurendo …… assumendo chissà quali caratteristiche! Ecco la mia marina, il mio paesaggio marino, ecco il contrasto. L’occhio prende l’espressione derivata dalla sensazione di perdere l’attimo emozionale. … Ormai il rosso in questa mia opera me lo posso dimenticare!
Altri dipinti
Il fuoco dei pennuti
7) Eccolo! l’ho trovato! Accidenti! Aveva scavalcato un comparto del cassetto ed era caduto a ridosso di esso rendendosi irreperibile. Il rosso! Preparo i colori, mi siedo al tavolo assumendo atteggiamento da grande pittore, prendo in mano il pennello più grande ed inizio a riportare sulla carta il colore. Mi fermo e mi domando cosa stessi facendo …. nessuna risposta!
Riprendo a colorare e di nuovo si ripresenta la stessa domanda. “Stefano cosa stai facendo?” Sento nascere dentro di me una rabbia crescente ed irrefrenabile. Mi accorgo di dipingere l’assurdo! L’assurdo? cosa c’é di più assurdo di un pennuto che sputa fuoco? La mia mano si sblocca iniziando a scorrere da sé, il pennello tocca il supporto con leggerezza e decisione, i colori vengono stesi creando forme mai viste prima. Nasce l’opera, nasce la vita primordiale.
Nasce lo tsunami
8) Un torrente in piena colpisce la mia mente. Vi penetra profondamente fino a riempire e comprimere ogni piccolo suo interstizio. Una marea interminabile continua ad entrare nella mia testa senza avere nessuna possibilità di uscita! Entra soltanto! … entra … entra portandosi dietro grossi cetacei …. e la mia mente riesce a contenerli tutti. Sento il bisogno di riportare immediatamente questa nuova sensazione sul supporto plastificato e mi accorgo che l’inondazione esce vorticosamente dal pennello. Lo Tsunami è passato! il quadro ha preso forma! L’immagine emozionale è rimasta impressa!
Altri due dipinti
Saggezza
9) L’opera d’arte inizia ad essere viva sulla tela alle sue primissime pennellate. In questa fase, essa può essere amabile o insidiosa. Io l’amo in ogni caso ma non voglio assolutamente esserne dominato. Il profondo della mia mente governa le pennellate, mi fa eseguire gestualità che producono quei tocchi decisi e coraggiosi.
Talvolta mi fermo a riflettere e, osservando l’opera che prende forma, mi accorgo che c’è in essa la volontà di dominarmi ….. sento che mi incita a continuare a dare forme ad una composizione che per puro caso si è avvicinata la realtà. Molto spesso questo incitamento è allettante …. ma non cedo! La mia emozione non deve essere inquinata! Entra pura sul supporto.
L’aviaria è sotto controllo
10) In questo periodo sento spesso parlare di influenza aviaria. Questa è una cosa al di sopra di ogni nostro controllo. Miliardi di uccelli che volano da un continente all’altro non possono assolutamente essere fermati …. e poi …… ne basta uno a diffonderne la malattia. L’uomo è impotente a questa insidia planetaria e nulla può con le proprie risorse.
La mente e la forza fisica: Intrappolare ed uccidere gli uccelli non servirebbe a nulla. Sarebbe come prenderne una manciata! Sarà invece la natura a ribellarsi ed a contrastarne la diffusione. La difesa globale esiste come è sicuramente esistita la nascita del mondo. Intanto il pennello, governato esclusivamente dalle mie emozioni, scorre libero sul supporto e …….. la mia mente si rilassa! La mano della natura saprà fermare l’avanzata dell’influenza aviaria.
L’arte, in tutte le forme, è la vetta più alta che l’uomo possa toccare. Essa ti abbraccia dolcemente e ti avvicina alla Grande Natura. L’arte è l’essenza della vita: bevila! È un elemento essenziale. L’arte la faceva Michelangelo, Raffaello, Leonardo. La faceva Van Gogh, Monet, Renoir … Spesso mi faccio una domanda: Ma io … cosa faccio?
041A5 Il senso dell’umido
41) Ho bisogno di inventare! Ho bisogno di creare nuove figure! Medito e vengo improvvisamente investito da una strana sensazione che mi è difficile spiegare. Voglio descrivere il senso dell’umido! La mia mente è adesso libera di spaziare nel pieno della sua creatività ma le figure mi sfuggono sovrapponendosi l’una all’altra in una cadenzata e rallentata frequenza.
E’ come se queste creature si muovessero in un ambiente acquoso con alta concentrazione di sostanze vischiose.
I colori passano con naturalezza dai tubetti alla tavolozza, il pennello scorre deciso nella mescola dei pigmenti , le gamme cromatiche nascono senza nessuna logica razionale.
Quando esco fuori dallo stato emozionale non mi rendo conto di ciò che sono riuscito a creare. Il giorno dopo, guardandolo, mi domando: “ma che cos’è?”
042A5 Perché c’è la sete?
42) Molto spesso mi domando perché l’uomo abbia voluto vivere in posti completamente privi l’acqua. La sete nel modo è oggi un problema che investe moltissimi milioni di persone. Ho provato ad immaginare un mondo fatto esclusivamente di acqua e l’ho tradotto in pittura.
Al termine dell’opera, mi sono concentrato su di essa ed invece di avere un conforto, la mia mente è sprofondata in un angoscioso vuoto abissale. Mi sono accorto che l’opera non è stata un prodotto della fantasia ma una triste realtà: cascate d’acqua belle a vedersi ma inservibili
043A5 La montagna è donna
43) Non ho perso tempo! …… Acqua! Si acqua! ….. Acqua che possa bersi. I miei pennelli prendono a scorrere freneticamente sul supporto. I colori sembrano mescolarsi tra di loro indipendentemente da ogni ragionevole valutazione, la mia mente partorisce senza razionalità.
Nascono delle gamme cromatiche che mai sarei riuscito a creare con l’applicazione delle regole. Fulmini, pioggia, tempeste, montagne e fiumi d’acqua che scendono a valle: la montagna approvvigiona l’uomo. L’opera è stata portata a termine! Sono soddisfatto.
044A5 Animali compattati
44) Il cane è il miglior amico dell’uomo e viene talvolta rappresentato nelle mie opere. Ho voglia di scavare nel profondo del mio intimo, in quella parte nascosta dove vivono e si cozzano freneticamente le mie emozioni, cercando di tirarne fuori alcune, che purtroppo possono uscire soltanto con violenza.
Raccolgo tutto il materiale necessario alla seduta pittorica, che distendo alla rinfusa sul banco di lavoro e, intanto sento amplificarsi le mie emozioni. Faccio tutte le operazioni di preparazione, tranne quella di far riuscire i colori dai tubetti.
Inizio a meditare. Prendo il tubetto di azzurro oltremare, lo comprimo per farne uscire il colore ma mi accorgo che la mia razionalità non riesce a far sì che esca il colore strettamente necessario alla realizzazione dell’opera.
Con la stessa irrazionale sicurezza faccio uscire altri colori dalle loro varie confezioni, non accorgendomi di aver ormai perduto il controllo delle mie azioni. Prendo una vecchia scheda telefonica, la sgrasso bene con il diluente, l’asciugo ed inizio a distenderci il colore. Distenderci? No!
Il colore raggiunge il supporto in modo assai violento; il nero, il giallo di cadmio, l’azzurro oltremare colpiscono la superficie avida di colore, e poi ancora altri pigmenti che preventivamente si mescolano, non so come, sulla tavolozza.
La mia mente è entrata in simbiosi con la tematica stessa dell’opera che sta creando. Accorgendomi incredibilmente di aver terminato il quadro, mi allontano per osservarlo e mi dico: No! Questo quadro non l’ho fatto io! Come lo intitolo? Spensieratamente cerco il pennello “doppio zero” per apportare titolo e firma, ma non trovandolo, la mia mano va automaticamente alla ricerca di un altro occasionale pennello: non importa che sia più grande … ma non lo trovo!
Dove sono finiti i pennelli che ho impiegato per la stesura del colore? Non sono sul banco di lavoro, non sono vicino alla tavolozza, non sono intorno a me: Sono dentro il contenitore sul pianale dello scaffale ancora puliti ed asciutti!
Allungo la mano per raggiungerlo e quando l’afferro quasi mi scivola; guardo le mie mani e le vedo impregnate di colore! Arriva la sera e mia moglie mi ricorda che quella camicia e quei pantaloni, irrimediabilmente sporchi di colori di vario genere, sono da gettare via!
045A5 Concorso Telecom
45) Manca ormai pochissimo tempo alla fine del 2005, il tempo è ancora gradevole e posso ancora dipingere senza tenermi vicino lo scomodo termosifone a rotelle. Mentre sono alle prese con un’opera già iniziata, mia moglie mi chiama con il cellulare per dirmi che ho ricevuto una e-mail dalla Telecom, la quale mi invita a partecipare ad un concorso di pittura. Si tratta di trovare uno slogan figurativo per la promozione del numero di servizio 1254.
Pur essendo contrario ai concorsi – soprattutto quelli i cui organizzatori chiedono soldoni – prendo sul serio la proposta e mi metto immediatamente al lavoro. Abbandono l’esecuzione di un quadro, la cui tematica è la balena, e incomincio a disegnare sul piccolo supporto, numeri su numeri, telefoni ed apparecchiature di comunicazioni.
Dopo un’ora mi accorgo che il quadro non prende la forma emozionale, che le gamme cromatiche mi toccano lontanamente, che tutto è ordine precostituito, quindi tutto è freddo, schematico ma …. perfetto! Dal momento che il quadro è perfetto continuo a dipingerlo ed a portarlo a termine. Perfetto! I numeri, i telefoni, il contesto …… tutto perfetto! Il giudizio di mia moglie ….. perfetto!
Ritorno nel mio atelier (il mio studio di pittura, che di atelier ha tutto, meno che l’ordine) e, nel percorrere quei pochi metri che mi separano da casa, avviene in me un’improvvisa metamorfosi. Perfetto! Il quadro è perfetto! Sicuramente vincerò il primo premio! Un quadro perfetto deve, per forza di cose, evidenziarsi dagli altri. Entro nello studio, porto gli occhi sul quadro rimasto incompiuto e vengo assalito da una carica di colori, capace di trascinarmi in un sogno cromatico indescrivibile.
Come ipnotizzato, prendo le forbici e, con gesti di rabbia taglio in mille pezzi il quadro perfetto, lo distruggo con gioia, lo getto nel cestino. Con i colori ancora freschi sulla tavolozza, riprendo a dipingere la mia balena, riprendo a stendere il colore che mi viene da dentro, scrivo, in maniera imprecisa, il numero 1254 e arricchisco il tutto con chiaroscuri che nulla hanno a che vedere con gli slogan Telecom. Gli appioppo un titolo che con il contesto del concorso non ha nulla in comune: salviamo la balena! Lo fotografo e lo invio all’ufficio concorsi. Vincerò soltanto il terzo premio. Non sono pentito di aver distrutto con gioia il quadro perfetto!
046A5 Nooooooo!
46) L’importanza dell’attimo! Quanto è importante un attimo nella pittura? Moltissimo! Monet, grande pittore, fondò il movimento impressionista proprio sull’importanza dell’attimo! Dipingeva l’attimo fuggente per non inquinare, con i suoi stati d’animo, l’emozione sprigionata dai colori del paesaggio che si trovava di fronte. Doveva catturare l’attimo fuggente e riportarlo immediatamente sulla tela allo stato puro, senza che fosse elaborato dalla sua mente.
Rifletto su questo benedetto attimo, tiro fuori i colori, preparo l’olio, la trementina, i pennelli e, pensando “all’attimo”, incomincio a stendere il colore sul supporto della scheda telefonica. Un mondo che viene colpito da un gigantesco meteorite, raffigurato un milionesimo di secondo prima dell’impatto … chi lo può fermare? Il quadro è terminato, lo guardo e naufrago in un mare che …… chiamarlo universo è poca cosa! Mi perdo … un mondo .. un attimo … la vita! Noooooooooooooooo!!!!!!!!
047A5 Dimensione senza limiti
47) La mia specialità pittorica è la tecnica della miniatura, che mi ha portato, un poco per volta, a dipingere quadri sotto il millimetro quadrato di superficie. Mi sono accorto che, una volta superato ostacolo della misura, vedo possibile conquistare spazi ancora più piccoli.
Quando smetterò di rincorrere questo record? La dimensione non ha limiti! Facendo il ragionamento inverso, provo ad immaginare -sempre in spazi microscopici – grosse forme di vita …… mi sento salire i brividi …. li traduco in gamme cromatiche …….. il quadro mi colpisce senza limite, dandomi il colpo di grazia …… l’uomo, a confronto, si annulla!
048A5 Cosa è l’aviaria
48) Sento spesso parlare dell’influenza aviaria. Sarà una bolla di sapone, oppure è veramente cosa seria che deve destare preoccupazione? Come può essere rappresentata, nella pittura, una tematica di questo genere? Ma cosa è l’influenza aviaria? Un’invenzione delle organizzazioni farmaceutiche oppure la distruzione della vita nel pianeta? Possibile che il mondo sia appeso ad un filo, e per giunta, tenuto dal becco di un uccello?
049A5 Il vulcano e la colomba
49) A volte mi soffermo a meditare sulla cattiveria e sulla bontà umana. Cerco di metterle a confronto e vedo l’abisso. La realtà è, che esistono entrambi e, quello che mi spaventa è il fatto della relatività. Questo abisso ha davvero raggiunto il limite? Come posso saperlo?
Faccio il paragone con i poli di una calamita ed ottengo una risposta sola, accorgendomi che la distanza tra il male ed il bene è sottoposta alle leggi della relatività. La calamita può essere spezzata ma i poli rimarranno sempre uguali e contrari.
Nel mondo – volendo farlo più buono – rimarranno sempre le forze estreme che si metteranno a confronto ….. potenza distruttiva e pace …. il vulcano contro la colomba! …. mentre il mio occhio rimane perplesso!
050A5 Viva il verde
50) Forme di vita! L’uomo che domina l’animale! Entrambi immersi nel verde! Il verde è la vita che alimenta la vita. Non distruggiamolo! L’occhio umano dovrebbe essere sempre vigile e pronto ad intervenire per proteggerli entrambi. Invece!