Prima di dipingere il volto ad olio

Prima di dipingere il volto ad olio – realizzare un volto: un’impresa veramente ardua!

Per poter dipingere il volto occorre molta pratica

l’impresa più ardua per un pittore ritrattista non sta né nel dare la somiglianza, né nell’espressione, né nel carnato e neanche nel gusto cromatico. La difficoltà sta nell’armonizzare queste quattro importanti caratteristiche che sono l’essenza del ritratto. Le stesse regole riguardo le armonizzazioni le ho descritte in molte pagine che incontrerete navigando in queste mie lezioni di pittura ad olio.

Con i mezzi che abbiamo oggi a disposizione consegnatici dall’elettronica, si può sorpassare facilmente la difficoltà della somiglianza, ma questo è il fattore meno importante dell’opera.

Un ritratto molto somigliante ma con un brutto colore e con mancanza di espressione, magari inserito in un contesto altrettanto disarmonico, non ha alcun valore; con il tempo la somiglianza passa e rimangono soltanto le caratteristiche negative del quadro.

Conferire somiglianza al modello

Naturalmente la somiglianza è un requisito che fa piacere al soggetto che ha posato per la realizzazione del quadro, o al committente, che, se non somigliante, potrebbe anche rifiutarlo.

 

Nel video dipingo un grandissimo personaggio. Cercate di indovinarlo durante l’esecuzione. Dato lo scarso tempo a disposizione (9 minuti), lo considero un semplice abbozzo da ritornarci sopra quando il dipinto è completamente essiccato.

Se il quadro rifiutato dal committente è bello nel colore, nell’eleganza e nell’armonia, diventa un’opera di valore e rimarrà tale nel tempo. Tuttavia il requisito della somiglianza deve comunque essere preso in giusta ed equilibrata considerazione.

Le caratteristiche secondarie (ma non troppo) per dipingere il volto

Ogni volto ha una sua caratteristica globale di fondo, accompagnata da una miriade di caratteristiche secondarie. La prima è di fondamentale importanza perché è quella che colpisce globalmente l’occhio dell’osservatore. Tutte le altre sono integrazioni che arricchiscono, oltre che la somiglianza, l’espressione del soggetto, quindi aiutano il pittore a tirare fuori tutta la sua espressività pittorica (da non confondere con l’espressione del soggetto, che è altra cosa).

La prima può stare anche sola, mentre le seconde, pur aiutando molto ad avvicinare il dipinto al reale, non riescono da sole a dare all’opera quella dose di vitalità. Questa dovrebbe essere trasmessa d’impatto al fruitore!

Con le sole seconde caratteristiche si sentiranno generalmente questi discorsi: “scusami ma non gli assomiglia per niente …… poi ….. ma sai! A guardarlo bene incomincio a vederci qualcosa …. poi ancora …. si! Effettivamente è lui …. ma!”.

No, non sono questi i discorsi che dovrete sentire! Dovrete notare l’effetto del primo impatto del fruitore con l’opera! E questo vale anche per chi il quadro lo realizza. Dopo averci lavorato per ore, deve posarlo rovesciato in modo che non lo veda ogni volta che gira per lo studio. Un bel giorno se lo troverà davanti ….. ed ecco il senso di meraviglia!

Come dare la somiglianza al ritratto

Iniziamo a capire quali siano gli elementi implicati nella somiglianza: Innanzitutto sono i contorni del viso e dei suoi organi come gli occhi, la bocca, il naso.

Non meno importanti sono le luci e le ombre che le sporgenze di questi organi hanno, o proiettano sulle varie zone del viso. Il naso (come pure ogni altro organo) ha sempre una parte illuminata ed una parte in ombra e, molto spesso proietta la sua ombra su una parte ben definita del viso. Questi due tipi di ombre sono importantissime: la prima conferisce plasticità, mentre la seconda giustifica la sporgenza di un organo sul viso.

In altre parole, in un ritratto, un naso molto lungo visto di fronte, per dare l’impressione di essere tale, il pittore deve proiettare sul viso un’ombra certamente più ampia di quella appartenente ad un naso corto.

Raccomandazioni

Nel dipingere il volto fare attenzione agli inganni prospettici! prendiamo il caso degli occhi; questi hanno la stessa dimensione, quindi in posizione frontale bisogna dipingerli perfettamente uguali di dimensione.

Nella posizione di tre quarti, occorre tenere presente che un occhio è leggermente più lontano da noi. Quindi, per poter dare l’impressione che i due occhi siano uguali, noi dobbiamo dipingerlo leggermente più piccolo. Ma non esagerate!

Attenzione però a due raccomandazioni: il ritratto deve essere in primissimo piano e la differenza delle dimensioni deve essere piccolissima ed impercettibile! Talmente impercettibile che non dovrete neanche notarla, ma soltanto sapere di averla rispettata.

L’occhio dell’osservatore, per effetto prospettico vedrà uguali gli occhi …. ma attenzione a non esagerare …. in questo caso sarebbe più saggio eseguirli uguali. Naturalmente questa regola non va bene se il ritratto lo riprendiamo dalla fotografia, perché quel lavoro l’ha già fatto la macchina fotografica.

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